La leggenda della Rocca Salvatesta, nota come “Cervino di Sicilia“: una tra le cime più note dei Peloritani. Riconoscerla è facile, perché ha una classica forma a piramide. Si dice che custodisca un tesoro ma, per aggiudicarselo, bisogna superare tantissime prove…
Il Tesoro del Cervino di Sicilia
Da lassù si vede uno spettacolo mozzafiato, che spazia dal Tirreno allo Jonio, ma non è questo il suo tesoro più grande. Si narra, infatti, che nella Rocca Salvatesta si trovino infinite ricchezze. Uno di quei racconti sulle truvature siciliane, bottini praticamente impossibili da ottenere.
La leggenda della Rocca Salvatesta ci porta a Novara di Sicilia. Il nome di questa rupe deriverebbe dal fatto che, nell’antichità, da qui avrebbero lanciato un malcapitato: ebbene, a valle si trovò solo la testa. Insieme alla Rocca Leone, è una delle due attrattive più famose della zona.
Le Rocche di Novara di Sicilia sono ricche di ripari sottoroccia e grotte utilizzate fin dall’antichità. L’area può tranquillamente definirsi è quindi un vero e proprio scrigno naturalistico ed archeologico. Non stupisce, dunque, che abbia suscitato tante suggestioni nel corso della storia.
Questa montagna, chiamata anche il Cervino di Sicilia, è protagonista di una incredibile leggenda, poiché custodirebbe un grandioso tesoro. A guardia di questo tesoro si trova un personaggio pietrificato: è il “vecchio saggio”, figura antropomorfa che si può ammirare sul versante settentrionale. Ma cosa bisogna fare per impossessarsi delle ricchezze?
Beh, mettetevi comodi, perché non si tratta per niente di un’impresa semplice…
Qual è la leggenda della Rocca Salvatesta
La leggenda narra che per trovare il tesoro della Rocca Salvatesta, una donna nell’arco di una giornata debba compiere le seguenti azioni. Deve, anzitutto, prendere del lino: filarlo, annasparlo, distenderlo al telaio e tesserne un mantile.
Dopo deve prendere del grano: portarlo al mulino, farlo macinare, poi impastare la farina e fare una focaccia. Per riscaldare il forno è necessario prendere la legna proprio da sette boschi. Soltanto in quel caso può far cuocere la focaccia. E non è certo finita qui.
Deve, infatti, avvolgere la sua focaccia nel mantile e, solo dopo tutto questo, salire sulla Rocca. Compiendo tutte queste operazioni, allo scoccare della mezzanotte, suonati i 100 rintocchi della campana della Chiesa Madre, si spalancherebbero le porte del leggendario tesoro.
Diciamoci la verità: dovendo fare tutte queste cose, un po’ passa la voglia anche solo di mettersi alla ricerca del tesoro! La creatività siciliana, con le sue truvature, è sempre straordinaria: la leggenda della Rocca Salvatesta ne è una grande conferma.