Forte, passionale, con un carattere irruento. La sua voce graffiava e penetrava nell’anima, raccontava il dolore e la sofferenza ma anche la speranza. Una donna dalla tempra straordinaria.
Sono tanti gli aggettivi con i quali potrebbe essere definita Rosa Balistreri, artista orgoglio della Sicilia ma dimenticata per molti, troppi anni.
Un bellissimo ritratto, genuino e veritiero, della cantautrice licatese, è quello tratteggiato dal libro “La mia casa è un ‘isola”, scritto da Stefania Aphel Barzini e pubblicato recentemente da Giunti Editore.
Abbiamo chiesto all’autrice di parlarci della genesi del libro e della Rosa Balistreri più autentica scoperta durante le sue ricerche.
La vita e la musica di Rosa Balistreri
Il sottotitolo del libro è emblematico del tipo di pubblicazione: “La vita e la musica di Rosa Balistreri”. Un lavoro accurato e certosino, quello di Stefania Aphel Barzini, scrittrice romana di origini siciliane, molto legata alla nostra Isola.
“Due anni fa – premette l’autrice – ho pubblicato un altro libro, Le Gattoparde, nel quale ho raccontato le storie vere di una famiglia di donne siciliane aristocratiche e con grandi drammi alle spalle. Rosa Balistreri l’avevo vista esibirsi negli anni Settanta e mi aveva molto colpita.
Durante le mie ricerche per Le Gattoparde, Rosa è venuta fuori, e ho iniziato a studiare la sua vita.
Ho letto molti testi, e mi sono chiesta: come è possibile che a una sola donna sia accaduto tutto questo? Ho pensato che la sua era una storia che meritava di essere raccontata”.
La mia casa è un’isola
“Il titolo del libro – prosegue Aphel Barzini – ha diversi significati. E’ una storia siciliana, e Rosa, proprio con la Sicilia, aveva un rapporto di amore e odio. Amava moltissimo la Sicilia ma si sentiva rifiutata, soprattutto dalla sua città natale. Ne ha sofferto molto.
Rosa, inoltre, si identificava con la Sicilia, e aveva caratterialmente la stessa consistenza rocciosa di un’isola. Così come un’isola è circondata dal mare, lei si sentiva circondata da gente che non la capiva, non la valorizzava, non la considerava per come meritava.
Aveva lo stesso tipo di carattere scontroso, aspro, respingente e chiuso che talvolta hanno i siciliani.
Io in Rosa ho ritrovato molto di mia madre, anche se quest’ultima ha avuto un vissuto molto diverso. Rosa era una vera donna siciliana, forte, combattiva, nonostante per tanto tempo le donne siciliane siano state scambiate per donne succubi da una certa visione molto superficiale”.
La voce dei poveracci
Ma che genere di artista era Rosa Balistreri? “La sua vita e la sua musica – puntualizza Aphel Barzini – erano legate a doppio filo. Sia come donna che come artista Rosa non accettava alcun compromesso. Era molto impetuosa, agiva d’istinto, non stava lì a fare troppi ragionamenti.
Basti pensare a quanto accaduto quando Francis Ford Coppola arrivò a Palermo per girare Il Padrino e cercava qualcuno che potesse realizzare le musiche per il film. Il regista e Rosa si incontrarono: lei inizio a suonare e a cantare Vitti ‘na Crozza. Durante la sua esibizione Francis Ford Coppola prese a tamburellare con le dita su un bicchiere andando a ritmo e a battere le mani.
Lei lo fermò e gli disse: “Questa è una canzone drammatica, tu della Sicilia non hai capito una minchia”, e andò via. Non sappiamo se Rosa si pentì di questa sua scelta, sarebbe stata l’occasione giusta per diventare ricca e famosa a livello mondiale. Di certo Rosa non rimpiangeva niente e ci teneva che la sua musica fosse ben capita. Diceva di sé di non essere una ‘cantante con lo spacco’, cioè una cantante in abiti eleganti. Lei era la voce dei poveracci, delle pescatrici, delle donne del popolo con le quali si identificava.
La sua musica è stata il tentativo di riscattare questo tipo di donne. E cantare l’ha riscattata dalla povertà, dalla miseria, dalle tragedie. Tutti aspetti della sua vita che non ha mai dimenticato”.
La resilienza
Ma quali insegnamenti è possibile trarre dalla vita e dalla musica di Rosa Balistreri?
La risposta di Aphel Barzini arriva senza esitazione ma con una precisazione: “Scrivere questo libro è stato difficile. Per raccontare una persona bisogna immedesimarsi nella sua vita. Personalmente, per me, immedesimarmi nelle tragedie di Rosa è stato doloroso, forse non possiamo neanche immaginare la sua grande sofferenza. A me Rosa ha insegnato la resilienza, cioè l’atteggiamento di chi è testardo, non si abbatte mai e va sempre avanti. Il suo è un messaggio positivo valido per tutti: se insisti alla fine riesci. Non bisogna mai dimenticare i propri sogni, anche quelli che possono sembrare irrealizzabili”.
La memoria
“Mi auguro – conclude l’autrice del libro – che Rosa, persona e personaggio davvero importante, abbia anche negli anni a venire il giusto riconoscimento. Rosa aveva avuto successo quando il genere folk era di successo, negli anni Settanta. Ma negli anni Ottanta, quando andavano di moda un altro genere di musica e le discoteche, era stata messa da parte. Ne aveva sofferto, era stata dimenticata persino dal Partito Comunista al quale aveva aderito con convinzione ed entusiasmo. Era dunque approdata al teatro, aveva cercato una sua rinascita.
La sua storia può insegnare molto alle ragazze di oggi e agli italiani in generale.
Ci lamentiamo tutti di avere difficoltà ad arrivare alla fine del mese, eppure abbiamo telefoni super tecnologici e altre cose che consideriamo ormai irrinunciabili.
La miseria, quella vera, è un’altra cosa, e Rosa l’aveva sperimentata.
Da piccola era analfabeta, non aveva le scarpe, viveva in un tugurio insieme ai maiali, spesso saltava la cena. Situazioni oggi impensabili ma che sessant’anni fa non era poi così raro trovare nel nostro Paese. Ma la nostra, si sa, è una memoria labile. Questo è un difetto di noi italiani”.
Le presentazioni del volume
Nelle prossime settimane Stefania Aphel Barzini sarà in Sicilia per un tour di presentazione di “La mia casa è un’isola”. Non sono ancora disponibili le date ma del libro si parlerà a Messina, Catania, Modica, Pozzallo, Ortigia, Gela, Licata, Caltanissetta, Sciacca, Erice, Palermo, Capo d’Orlando, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto, Lipari, Salina, Alicudi.