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Rosolio Siciliano, il liquore di buon auspicio delle nostre nonne

Il liquore della tradizione non passa mai di moda.

  • Rosolio Siciliano, l’antica bevanda di buon augurio.
  • Un tempo era consuetudine offrirlo agli ospiti, come segno di buon auspicio.
  • Dopo un periodo trascorso nel dimenticatoio, oggi è tornato in voga più che mai.

La tradizione siciliana offre infiniti esempi di autentica arte culinaria. Preparazioni dal sapore antico che, ancora oggi, vengono proposte senza aver perso un briciolo del loro fascino. Sono le ricette delle nonne, quelli che fanno, da sempre, bella mostra di sé in dispensa o nelle vetrinette dei salotti. Immancabili e rigorosamente fatti in casa, sono sopravvissuti alle epoche, alle mode e ai trend arrivati da lontano. Tra i liquori indubbiamente ritornati in auge, ce n’è uno le cui origini sono molto antiche. Pensate che, fin dal Cinquecento, in Sicilia si prepara in casa e si offre agli ospiti in segno di buon augurio. Le ricette sperimentate sono infinite: lo troviamo agli agrumi, al caffè, all’anice, al pistacchio e alla cannella, giusto per citarne alcuni. Avete sicuramente capito di cosa stiamo parlando.

Rosolio Siciliano, il liquore di buon auspicio

Il Rosolio Siciliano è un liquore dall’aspetto inconfondibile. Lo si conserva nelle bottigliette di vetro, prendendolo per le occasioni speciali. La bevanda era molto diffusa nell’Italia del Rinascimento: pensate che Caterina de’ Medici ne esportò l’utilizzo perfino in Francia. Si prepara con alcol, zucchero e acqua, oltre l’ingrediente che gli dona l’essenza L’etimologia che gli attribuisce è quella di ros solis; cioè rugiada di sole. Drosera e rosolida provengono dal greco col significato di coperto di rugiada, infatti le drosere sembrano essere ricoperte di rugiada. Con la Drosera rotundifolia L. la farmacopea faceva un elisir denominato ros solis, originario della Dalmazia. La parola ros solis divenne rosolio, interpretato come liquore fatto con delle rose. Di conseguenza i petali delle rose servono a poco nella definizione del nome.

A Ficarra, in provincia di Messina, una particolare ricetta consigliava di prepararlo tenendo imbottigliati insieme per una settimana l’alcool (a cui erano stati precedentemente aggiunti le scorze di tre arance macerate per quaranta giorni e della vaniglia) e uno sciroppo realizzato semplicemente con zucchero e acqua. Nella tradizione di Sicilia è buona abitudine terminare un pasto con il rosolio, che lascia un dolce gusto in bocca.

Redazione