L’elenco delle superstizioni popolari è praticamente infinito, soprattutto in Sicilia. Si sa, i Siciliani sono molto superstiziosi e non perdono occasione per dimostrarlo. Tra le azioni che non bisogna mai fare, rientra l’atto di rovesciare l’olio a tavola. Sappiamo che si tratta di un alimento molto prezioso e, proprio per la sua importanza, è da sempre stato considerato un alimento da proteggere, legato anche ad alcuni rituali scaramantici. Pensate che è fin dai tempi dei Sumeri, che bisogna farvi attenzione. Dato che si tratta di un prodotto ottenuto con fatica e sacrifici (la raccolta delle olive e la spremitura), bisogna trattarlo con grande rispetto. La credenza popolare di cui parliamo oggi nasce intorno al 3500 a.C. Fin dall’antichità l’olio è noto per le sue proprietà purificatorie e non mancano riferimenti all’ulivo come un albero sacro.
La coltivazione è stata tramandata agli Egizi, agli Assiri e ai Greci, arrivando anche in Italia e in Sicilia. Gli accordi tra contadini e proprietari terrieri erano chiari e sempre vantaggio assoluto dei proprietari. La maggior parte dell’olio andava a loro, quello che restava ai lavoratori. Per questo motivo l’olio rovesciato è considerato ancora oggi portatore di sventura, una disgrazia per tutti. Se, poi, capita di rovesciare l’olio a tavola o a terra, peggio mi sento! Le conseguenze sono inimmaginabili. Prima di disperarvi, sappiate che comunque c’è una soluzione: ve la spieghiamo subito.
A voler essere precisi, ci sono ben due rimedi per l’olio rovesciato. Potete scegliere se prendere del sale e buttarvelo alle spalle o o gettarlo proprio sull’olio, formando una croce immaginaria, così da scacciare i presagi di sventura. Nel dubbio, probabilmente, è meglio fare entrambe le cose.