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All’interno della caserma Anghelone della Polizia di Stato ad Agrigento si cela un tesoro archeologico che sarà finalmente valorizzato. Grazie a un protocollo di intesa firmato tra il direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta, il questore di Agrigento, Tommaso Palumbo, e il responsabile della direzione regionale Sicilia dell’Agenzia del Demanio, Silvano Arcamone, il progetto “Rupe Atenea” punta a rendere accessibile e fruibile l’area.

Un sacello arcaico e la statua dell’Efebo

L’area archeologica, di 2.200 metri quadrati, custodisce tracce dell’antica urbanistica agrigentina, tra cui i resti di una strada orientata nord-sud e un complesso sistema di drenaggio. Tra i ritrovamenti più significativi, emerge un sacello arcaico, antica struttura sacra che potrebbe aver ospitato la celebre statua dell’Efebo, oggi esposta al Museo archeologico regionale Pietro Griffo.

Gli studenti dell’Alma Mater in prima line

La documentazione del sito sarà affidata agli studenti dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, che contribuiranno anche agli scavi. “Questo progetto – ha spiegato Roberto Sciarratta – rappresenta un importante momento di condivisione tra enti pubblici nell’ottica di valorizzare e soprattutto far conoscere beni culturali che si trovano nel contesto urbano. Un impegno che ha anche effetti positivi sull’offerta culturale e turistica della città”.

Mostre ed esperienze per il pubblico

Nell’ambito del progetto “Rupe Atenea” si terrà la mostra “Segreta Agrigento. Radici d’antico”, mentre visite guidate per cittadini e scolaresche permetteranno di scoprire la storia millenaria di Agrigento. “Ben vengano – ha dichiarato l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – iniziative come questa. Siamo orgogliosi di poter collaborare con le forze dell’ordine per la valorizzazione di questi beni, mettendo a disposizione le professionalità e le competenze presenti e maturate all’interno del Parco”.

Foto: GrandangoloAgrigento.

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