Circondati dalle memoria del teatro più antico di Palermo, si assisterà alla lettura teatrale “Il tramonto e il sorriso”, Gigi Borruso legge alcuni brani de Il Gattopardo e alle visite guidate, nel racconto delle trasformazioni del sito architettonico e dei 350 anni del Teatro di piazza Bellini. Il racconto, che seguirà le atmosfere della letteratura che torna sul palco più antico della città, rievocherà la memoria di Eleonora Duse, l’amante del Vate del decadentismo e interprete del superuomo, la divina, tra le più belle e carismatiche attici del XIX secolo, furono entrambi presenti al Teatri Bellini nel 1899 per La Gioconda, tragedia scritta da Gabriele d’Annunzio.
Ticket intero euro 10 – Ridotto CRAL, ARCI, under 25 e over 65: euro 8 – Bambini fino a 10 anni euro 6. Posti limitati. È consigliata la prenotazione, chiamando i numeri Terradamare Cooperativa Turistica 329.8765958 – 320.7672134 o scrivendo una mail a eventi@terradamare.org www.terradamare.org/infoline. Posti limitati. È consigliata la prenotazione (obbligatoria) con qualche giorno d’anticipo chiamando i numeri 329.8765958 – 320.7672134 o scrivendo una mail a eventi@terradamare.org – www.terradamare.org/infoline. È possibile acquistare un abbonamento a cinque visite teatralizzate, valido per 12 mesi al costo di euro35. Informazioni: abbonamenti@realteatrobellini.
IL TRAMONTO E IL SORRISO
da “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa il celebre dialogo fra il Principe di Salina e il funzionario piemontese Chevalley. Uno dei romanzi più celebrati, criticati e utilizzati spesso a proposito della letteratura di tutti i tempi. Un romanzo storico, sì, ma che attraversa la Storia, quella del passaggio dalla Sicilia borbonica al suo congiungimento con il nascente Regno d’Italia con un umorismo sottile e malinconico. L’umorismo “nero” di un intellettuale come Tomasi di Lampedusa e di un personaggio come Don Fabrizio che incarna insieme la figura del sognatore e il custode della memoria di un mondo destinato a dissolversi. Nel celebre dialogo fra il Principe di Salina e il funzionario piemontese, inviato per convincerlo ad assumere la carica di Senatore del Regno, si condensano i caratteri portanti di tutto il romanzo, sospeso fra il senso di finitezza, l’ironia e l’ambiguità etica d’un mondo in trasformazione. Dinanzi alla sincera e appassionata fiducia di Chevalley nel futuro del nuovo stato liberale e della Storia, ci colpisce l’acceso espressionismo con cui Don Fabrizio dipinge una terra segnata da insanabili contrasti, fisici e psicologici, che tanta fortuna hanno avuto nell’immaginario collettivo. Ci affascina la sua coscienza di danzare sul ciglio del baratro. Ci sconcerta l’implicita ammissione di appartenere a una classe che sa di aver già da tempo rinunciato alle sue responsabilità politiche e civili. Ci scuote il suo pessimismo nella Storia umana e nello stesso tempo quel suo placido sorriso. Il sorriso di di chi va incontro al tramonto, liberato quasi dalle ipocrisie dell’esistenza e della Storia. Di chi accoglie generosamente la fine, perché sa, in fondo – a dispetto della vulgata gattopardesca – che niente rimane com’è.
Performance artistiche (musica, danza, lirica, prosa) e visite guidate sui 350 anni del teatro di piazza Bellini e i tanti nomi illustri che vi operarono: Eleonora Duse, Gabriele D’Annunzio, Sarah Bernardht, Niccolò Paganini, Gaetano Donizetti, Vincenzo Bellini. Con gli operatori culturali di Terradamare e Lelio Giannetto, Gigi Borruso, Federica Aloiso, Angelo Sicurella, Stefania Blandebugo, Elisa Barrale, Gianmarco Randazzo, Beatrice Cerami. Le visite teatralizzate avranno la durata di un’ora. Disponibili i turni delle ore 19, 21 e ore 22. Non solo la storia del Teatro, complessa e incisiva nella ricchezza culturale di Palermo, torna a essere udita tra la platea e il palco reale del Bellini, ma le arti in generale dalla musica, alla danza, fino alla prosa; la rassegna Autunno al Bellini è la formula per riaprire alle scene le porte di uno dei più simbolici monumenti della città.