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Sale Marino di Trapani, un dono prezioso del mare siciliano

Il Sale marino di Trapani è un’eccellenza siciliana. Si tratta di un prodotto a indicazione geografica protetta, che si produce esclusivamente in provincia di Trapani, soprattutto a Trapani e Paceco. A renderlo speciale è sicuramente la sua qualità, che deriva da una produzione nel rispetto degli antichi procedimenti artigianali. Il sale marino di Trapani, rispetto agli altri sali da cucina, contiene più potassio, più magnesio e una quantità minore di cloruro di sodio. Ancora oggi, nelle splendide Saline di Trapani, avviene un processo che dura dai 5 ai 7 mesi. La raccolta avviene durante il periodo estivo, nei mesi di luglio e agosto. Per ottenere il sale marino, bisogna lasciare evaporare l’acqua del mare all’interno di grandi vasche, sistemate sulla costa (cioè le saline). Servono, dunque, tre elementi per la nascita del sale: l’acqua marina, il sole e il vento.

Cosa rende unico il sale marino di Trapani?

La costa trapanese offre un suggestivo paesaggio, fatto di acqua, mulini a vento e piramidi bianchissime, che diventano rosa al calare del sole. La zona di produzione ricade all’interno di due aree protette: la riserva naturale orientata delle Saline di Trapani e Paceco e le Saline dello Stagnone. La costa, piuttosto bassa, e il clima favorevole suggerirono ai Fenici di impiantare le prime saline ricordate dalla storia. Era l’VIII secolo a.C. Soltanto nel secoli XV e XVI si ebbe un notevole sviluppo dell’attività di estrazione del sale. Tra il XVII e il XVIII secolo le saline furono una fondamentale risorsa per l’economia dell’area. Fino agli anni Sessanta il prodotto era esportato in tutta Europa, fino alla Norvegia. Il secondo dopoguerra, purtroppo, ha segnato una battuta d’arresto e declino, a causa della concorrenza del salgemma, dell’elevato costo dei trasporti e dei danni provocati dall’alluvione degli anni Sessanta. Dopo il 1973, anno dell’abolizione del Monopolio di Stato, sono stati registrati segnali di ripresa e oggi questo prodotto conosce grande notorietà.

Foto di Graziella Taibi – Opera propria, CC BY-SA 4.0

Redazione