Salvatore Borsellino, chi è l’attivista, fratello minore del giudice Paolo Borsellino. Biografia: dove è nato, quanti anni ha, cosa ha studiato. Le attività, il movimento delle Agende Rosse, la lotta alla mafia e la ricerca della verità..
Salvatore Borsellino nasce a Palermo l’11 aprile del 1942, quindi ha 80 anni. È il fratello minore del magistrato Paolo, assassinato da Cosa Nostra nel 1992. La sorella Adele è morta nel 2011, l’altra sorella, Rita Borsellino, è morta nel 2018.
Si laurea in Ingegneria e, dopo la Strage di via D’Amelio del 19 luglio del 1992 (in cui la mafia uccide Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi), si dedica attivamente alla sensibilizzazione sul contrasto alla mafia. Non smette di cercare la verità su quanto accaduto e sul tema della “Trattativa Stato-Mafia“.
Nel 2009, in occasione del 17esimo anniversario della Strage, promuove la prima marcia delle Agende Rosse, da cui nasce il Movimento delle Agende Rosse. L’iniziativa nasce in concomitanza della redazione del suo sito e in collaborazione con il Comitato Antimafia “19 Luglio 2009”. Il 13 luglio del 2012 il Comune di Napoli conferisce a Salvatore Borsellino la cittadinanza onoraria, per volere del sindaco Luigi De Magistris.
Nel dicembre 2012 Salvatore Borsellino decide di sostenere il progetto politico di Antonio Ingroia e la coalizione Rivoluzione Civile, quindi nel 2014 sostiene pubblicamente il Movimento 5 Stelle alle Elezioni Europee, intervenendo a un comizio a Palermo, nella giornata del 6 maggio.
In occasione delle elezioni politiche del 2022 invita a firmare per la lista Unione Popolare, per permetterle di partecipare alla competizione elettorale. Si esprime in favore di Piera Aiello, parlamentare uscente da loro candidata per la Camera dei Deputati. Sostiene in seguito anche Roberto Scarpinato, candidato per il Senato della Repubblica con il Movimento 5 Stelle.
Questo Movimento si chiama così per l’agenda di Paolo Borsellino, sparita proprio dopo l’a Strage di via D’Amelio. Al suo interno vi erano appunti personali, supposizioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia, come Gaspare Mutolo. L’agenda è sparita dalla borsa di cuoio del magistrato, che si trovava sul sedile posteriore dell’auto a bordo della quale viaggiava.
Esistono prove foto e video di quanto potrebbe essere accaduto a quel reperto e, in merito, non mancano indagini ma, di fatto, non si è mai arrivati a una fase dibattimentale o a fare maggiore chiarezza. I collaboratori e i familiari del giudice Paolo Borsellino hanno sempre confermato che non si separava mai dalla sua borsa, soprattutto dopo la morte di Giovanni Falcone nella Strage di Capaci. La moglie del Magistrato ha ribadito che il 19 luglio 1992 nella borsa c’era anche l’agenda rossa.
In un’intervista a Sapere.it, Salvatore Borsellino spiega: “L’agenda è stata fatta sparire dai servizi deviati e non dalla mafia. Dopo l’attentato, un capitano dei carabinieri si è allontanato con la borsa di Paolo, che poi è stata ritrovata sul sedile posteriore della sua auto, senza l’agenda all’interno. Cosa sarebbe successo se Borsellino avesse svelato che pezzi dello Stato stavano trattando con la Mafia? Sarebbe successa una rivoluzione. Lo Stato che tratta con gli assassini di Giovanni Falcone, come se fosse ammissibile. La verità, ripeto, è che le stragi non sono state fermate, anzi sono state portate dalla Sicilia al Continente. Poi le cose sono cambiate e adesso c’è una sorta di pax mafiosa”.