Non tutti lo sanno ma, nel 1947, Salvatore Giuliano scrisse una lettera al presidente degli Stati Uniti, Harry Truman. I suoi genitori erano partiti dalle coste americane per tornare nella loro terra natia nell’estate del 1922 e Giuliano era nato a Montelepre pochi mesi dopo. La sua storia rimane una delle pagine più in grado di suscitare curiosità, anche perché non mancano alcuni aspetti che generano ancora un forte dibattito.
Oggi vogliamo riportare proprio il testo della lettera scritta nella primavera del 1947: Salvatore Giuliano, si legge, sognava di “staccare la Sicilia dall’Italia” e “annetterla agli Stati Uniti“, parlando dell’isola come della 49esima stella sulla bandiera USA.
Caro presidente Truman,
Se non vi disturbo e se il mio messaggio non vi trova mal disposto, vogliate accettare l’umile appello di un giovane che è molto lontano dall’America, per quanto sia assai noto, e vi chiedo aiuto per la realizzazione di un sogno che fino ad oggi non è’ riuscito ad avverare.
Permettete che mi presenti. Il mio nome è Salvatore Giuliano. I giornalisti han fatto di me o un eroe leggendario o un delinquente comune. Suppongo che nemmeno voi abbiate un’idea chiara di quel che io sono. Se voi me lo permettete, vi dirò in breve la mia storia nella sua vera successione.
Quando avevo ventun anni – per la precisione nel settembre 1943 – dopo una rissa che mi portò ad uccidere un poliziotto italiano, il quale aveva cercato di ammazzarmi, diventai un fuorilegge. Non mi restava altro che il mio sublime e sacro attaccamento alla mia terra siciliana. Sono stato annessionista fin dalla fanciullezza, ma a causa della dittatura fascista, non ho potuto mostrare palesemente i miei sentimenti.
Per quanto fossi latitante, seguivo da vicino la libertà politica portata dagli americani, e solo allora pensai di avverare quello che per tanto tempo era stato il mio sogno. Per tradurre in realtà il mio ideale mi unii ai membri del Movimento per l‘Indipendenza siciliana. Il nostro sogno era di staccare la Sicilia dall’Italia e poi annetterla agli Stati Uniti.
Nel 1944 i muri della maggior parte delle città siciliane, compresa Palermo, furono coperti di manifesti in cui si vedeva un uomo (io stesso) che taglia la catena che tiene la Sicilia legata all’Italia, mentre un altro uomo, in America, tiene un’altra catena a cui è unita la Sicilia. Quest’ultimo è il simbolo della mia speranza che la Sicilia venga annessa agli Stati Uniti.
Ci occorre la cosa più essenziale; il vostro appoggio morale. Voi potreste, ed a ragione, chiedere: “Qual è il fattore più importante che vi spinge a questa lotta per la separazione dall’Italia? Ed inoltre perché volete che la vostra splendida isola diventi la 49° stella americana?”.
Ecco la mia risposta:
Per queste ragioni noi vogliamo unirci agli Stati Uniti d’America. La nostra organizzazione è ormai interamente compiuta; abbiamo già un partito antibolscevico pronto a tutto, per eliminare il comunismo dalla nostra amata isola. Non possiamo tollerare più oltre il dilagare della canea rossa. Il loro capo, Stalin, che come voi ben sapete manda milioni su milioni per conquistare il cuore il cuore del nostro popolo – con il solito sistema politico basato sulla falsità – ha in qualche misura incontrato i favori della popolazione. Ma noi, fortunatamente, non crediamo nel paradiso che Stalin ci ha promesso. Noi risveglieremo la
coscienza del popolo, scacciando il comunismo dalla nostra nobile terra, che fu fatta per la democrazia. Noi non permetteremo a questa gente ignobile di toglierci la libertà, che per noi siciliani è il più essenziale e più prezioso elemento di vita…
Signore, vi preghiamo di ricordare che centinaia di migliaia di uomini aspettano d’essere liberati.
Permettete, caro signore, che vi ossequi il vostro umilissimo e devoto servitore.
Giuliano