Gaetano Basile ci svela i segreti del Monte Grifone di Palermo: dall’albero al contrario alla storia di San Benedetto il Moro. Un nuovo approfondimento su “Palermo e i suoi Monti“, con la storia e le storie della città.
Il Monte Grifone e San Benito da Palermo
Lo storico e giornalista palermitano è stato protagonista di una serie di interventi nell’ambito del Festival RestART, dedicando alcuni interessanti approfondimenti alla città di Palermo.
Dopo “Palermo e il suo mare” e “Palermo e i suoi fiumi“, è stata la volta di “Palermo e i suoi monti“. Proprio parlando dei monti, Gaetano Basile si è avventurato alla scoperta del Monte Grifone.
“Quella montagna che sovrasta l’ingresso dell’autostrada per Catania, è Monte Grifone e ha una cosa assai curiosa in cima. Giù c’è il cimitero di Santa Maria di Gesù e in alto, su questa montagna, c’è un cipresso curioso che cresce al contrario: è il cipresso di San Benedetto il Moro“.
Chi era San Benedetto il Moro? Era figlio di due schiavi etiopi, racconta Basile, che erano stati comprati da un possidente di San Filadelfio. San Filadelfo oggi si chiama San Fratello. Quel bimbo crebbe e diventò frate, ma non prese mai gli ordini.
A questo punto, c’è spazio per una curiosità nella curiosità: “Questo mi ha fatto fare una figura da quattro soldi con dei miei amici che venivano dall’Argentina, che sbarcarono all’aeroporto e mi chiesero di portarli in giro per Palermo. La prima cosa che mi domandarono fu: Ci potresti far vedere il posto dove riposa San Benito da Palermo?“. Spiega Gaetano Basile.
“E chi è San Benito da Palermo?”, si chiese in quella circostanza lo storico. “Siccome eravamo alla Cattedrale, ne approfittai per entrare al Palazzo Arcivescovile. Incontrai un prete e gli chiesi se conoscesse un San Benito da Palermo”. La risposta fu semplice: “È San Benedetto il Moro, che ebbe grande successo nel mondo spagnolo e quindi nei territori colonizzati dagli spagnoli viene ricordato come di San Benito da Palermo“.
San Benito da Palermo faceva il padre guardiano nel convento e si recava spesso sulla montagna a pregare. Aveva una specie di piccola cappella, decorata con immagini sacre. Un bel giorno, però, dimenticò il suo bastone piantato in terra e il suo bastone, una volta piantato, mise le radici, solo che fu messo al contrario, per cui l’albero crebbe al contrario ed è ancora lì. “È una pianta curiosissima. È una rarità botanica“, conclude dunque Basile.