Quando si parla di scorci suggestivi e scenari da favola, la Sicilia non teme confronti. In tutta l’isola sono davvero tante le località da scoprire, in un mix di natura, arte e cultura. Oggi ci fermiamo in provincia di Messina, per scoprire uno dei Borghi più belli d’Italia: San Marco d’Alunzio. Il suo patrimonio è ricco e interessante: si compone di ventidue chiese, quattro musei, quattro biblioteche ed un tempio greco del IV secolo a.C. dedicato ad Ercole, oltre che di un delizioso centro abitato. In questo antico paese che dall’alto dei suoi 548 metri domina la costa tirrenica da Cefalù a Capo d’Orlando e fino alle isole Eolie, le pietre di marmo rosso San Marco, ci raccontano la storia delle genti e delle civiltà che si sono succedute.
Nonostante molti popoli, nel corso dei secoli abbiano tentato di espugnare l’antica città, essa ha sempre saputo resistere agli assedi grazie alla sua posizione strategica che permetteva di localizzare in tempo i nemici ed alla cinta muraria che la proteggeva. Chiese, monumenti e musei, insieme all’aria purissima e ai panorami stupendi che l’abitato offre, rendono San Marco d’Alunzio con i suoi 2.202 abitanti, un paese da scoprire, visitare, conoscere.
Nella parte alta c’è il Castello, costruito da Roberto il Guiscardo. Gli amanti dell’archeologia ameranno il Tempio di Ercole, così come il Museo comunale di San Teodoro. La Chiesa di San Marco ha origine medievale: non si può accedere, ma si può visitare dall’esterno. La chiesa del monastero delle Benedettine è di stile barocco. Da non perdere sono la chiesa di San Teodoro e quella dell’Aracoeli. In via Aluntina ci si imbatte nella fontana di marmo rosso: qui c’era l’antica agorà.
Tra le prelibatezze enogastronomiche, ci sono i tipici maccheroni al tegamino e la pasta fatta in casa, oltre alle lattupitte (frittelle di pasta di pane poco lievitata) e grigliate di carne e di pesce. Le numerose pasticcerie offrono cannoli siciliani, pignolata, biscotti al latte e al vermouth. Il prodotto tipico del borgo è il salame di San Marco: il segreto sta nella qualità delle carni di maiale e nella giusta proporzione degli altri ingredienti. C’è chi fa risalire la tradizionale lavorazione ai colonizzatori normanni.