Il cinema italiano è in lutto per la scomparsa di Sandra Milo. L’attrice aveva compiuto 90 anni nel 2023. È morta nella sua abitazione e tra l’affetto dei suo cari come aveva richiesto. A darne notizia è stata la famiglia. “Sandrocchia“, come l’aveva soprannominata Federico Fellini per il quale è stata una musa, è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano.
Non tutti lo sanno, ma nelle vene dell’attrice scorreva anche sangue siciliano. Alla nascita si chiamava Salvatrice Elena Greco: racconterà, poi, che le era stato dato il nome di Salvatrice “per rispettare la tradizione siciliana secondo cui i primogeniti si dovessero chiamare Salvatore o Salvatrice”, riporta Marie Claire.
Quando ha dovuto scegliere un nome d’arte, ha optato per Sandra, perché composto da due sillabe che rispecchiavano il suo carattere: la prima dolce, la seconda dura e determinata. Il cognome, Milo, lo ha adottato prendendo spunto dal titolo scelto per un servizio fotografico, nel quale ha posato coperta di foglie (“La Milo di Tivoli”). Sandra Milo non è nata in Italia, ma a Tunisi, l’11 marzo del 1933, da papà siciliano e mamma toscana: ha trascorso l’infanzia a Vicopisano, vicino Pisa, sapendo poco del padre, che si arruolò e fu assente per molto tempo.
Biografia e carriera
Ispiratrice di grandi registi italiani e francesi si è sposata giovanissima, a soli 15 anni, con il Marchese Cesare Rodighiero. Il matrimonio è durato un paio di mesi, ma le ha permesso di avvicinarsi a un’elite molto ricercata. Nel 1953 ha iniziato a recitare, nel film di Giorgio Bianchi “Via Padova, 46” accanto a Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Memmo Carotenuto, Massimo Dapporto, Ernesto Almirante, Vittorio Duse, Lamberto Maggiorani e Virna Lisi. Con Antonio Pietrangeli il primo sodalizio artistico.
Affiancò Alberto Sordi ne “Lo scapolo” (1955) e si impose come una maggiorata del grande schermo, prendendo parte a numerose commedie: “Adua e le compagne” (1960), accanto a Claudio Gora e Marcello Mastroianni in “Fantasmi a Roma” (1961). Nel 1964 fu protagonista de “La visita”.
Dopo aver recitato con Gino Cervi in Moglie e buoi (1956), ebbe un piccolo ruolo nel film “Mio figlio Nerone” (1956) con Brigitte Bardot, Alberto Sordi, Vittorio De Sica e la grande diva del muto americana Gloria Swanson. Lavorò con De Sica anche ne “La donna che venne dal mare” (1956). Nel 1959, dopo il matrimonio con il produttore Moris Ergas recitò per Roberto Rossellini ne “Il generale Della Rovere” (1959), accanto a De Sica e a Vittorio Caprioli. Stroncata dalla critica, si rifugiò in Francia e Claude Sautet la scelse come partner di Jean-Paul Belmondo in “Asfalto che scotta” (1960).
Federico Fellini le organizzò un provino in casa e divenne la femme fatale ironica e disinibita di “8 ½”(1963) con Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Mario Pisu, Rossella Falk, Anouk Aimée, Barbara Steele, Caterina Boratto, Annibale Ninchi e Giuliana Calandra. Ottenne il suo primo Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista. La Milo gli rimase accanto per 17 lunghi anni (in cui Giulietta Masina – moglie di Fellini – era a conoscenza della relazione extraconiugale). Nacque “Sandrocchia“, così la soprannominava affettuosamente lui.
E ancora “Le voci bianche” (1964), “La donna è una cosa meravigliosa” (1964). Chiuso il burrascoso matrimonio con Ergas, dal quale nascerà Deborah, trovò un nuovo amore con Ottavio De Lollis, che l’ha resa madre di Ciro e Azzurra. Nel 1987, recitò con Jeanne Moreau in “Remake”, poi divenne conduttrice televisiva su Rai Due con il programma “Piccoli fans“. Nel 2021 venne premiata con un David di Donatello alla carriera.