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É tutto Made in Sicily il rivoluzionario robot Sandstorm. Un prodotto creato dalla startup Reiwa Engine, nata e crescita in Sicilia. Si tratta di una soluzione per un problema molto diffuso nei parchi fotovoltaici: la manutenzione. L’idea vincente è anche stata premiata da Forbes, che ha inserito l’azienda siciliana tra le 10 startup da tenere d’occhio nel 2022.

La soluzione Made in Sicily per gli impianti fotovoltaici

Che la Sicilia fosse terra di rivoluzionarie invenzioni, non è una novità. Sin dal passato, la Trinacria ispira soluzioni di ogni tipo. Anche nella modernità, non mancano certo gli esempi in tal senso e oggi vogliamo parlarvi di un’innovazione che ha trovato i natali nella nostra regione.

La manutenzione è un problema significativo dei parchi fotovoltaci. Ovviamente possono saperlo solo gli addetti ai lavori, ma i pannelli solari, esposti alla polvere, ai detriti e alle intemperie, possono perdere fino al 30% della loro potenza. Tutto questo si traduce in una diminuzione significativa dell’investimento.

A fornire una soluzione è stata Reiwa Engine, la startup siciliana che ha creato Sandstorm. Si tratta di un robot che effettua diagnosi e pulisce i pannelli solari a secco. Dal momento che l’acqua scarseggia nei territori dove il sole batte più forte, un’idea ancora più utile.

Dietro il robot c’è la firma dei siciliani Salvatore Occhipinti e Salvo Salerno. L’interesse sempre maggiore per le rinnovabili ha impresso un’accelerazione agli affari. L’azienda, infatti, collabora con Enel (con cui ha concluso un test in un parco fotovoltaico in Spagna) e i  fondatori sono stati chiamati in Brasile per un’altra prova con la multinazionale italiana.

Partnership commerciali e tecnologiche anche con A2A, multiutility lombarda. Il nome scelto per l’azienda è legato ai concetti di rinascita. Reiwa Engine, infatti, prende ispirazione dai caratteri kanji della lingua giapponese che significano “ordine e armonia”. Traslati in un contesto più ampio rappresentano le fondamenta di un percorso di rinnovamento guidato dalla fiducia nel futuro.

Una fiducia che chiama in causa la Sicilia. “Reiwa Engine”, si legge infatti sul sito aziendale, “è nata e cresciuta in Sicilia. Perché qui siamo nati noi e qui, dopo varie esperienze in giro per l’Italia e il mondo, abbiamo deciso di fondare la nostra azienda e migliorarci insieme al nostro promettente territorio”.

Cosa è Sandstorm e come funziona

Salvatore Salerno e Salvatore Occhipinti hanno fondato la loro società nel 2019, dopo essersi dimessi dalle loro posizioni in azienda. Uno era direttore commerciale per l’Europa e l’America Latina e l’altro ingegnere. Volevano lasciare un segno e di fare qualcosa per la loro terra, la Sicilia.

«Da incoscienti e senza alcuna certezza, abbiamo iniziato a lavorare da un garage in provincia di Ragusa e abbiamo trasformato quel progetto disegnato su un pezzo di carta in un primo prototipo interamente realizzato con le stampanti 3D», ha detto Salvatore a Forbes.

In breve hanno testato il secondo prototipo e, grazie ai loro contatti, si sono rivolti ai maggior player mondiali nel campo dell’energia rinnovabile e degli impianti fotovoltaici. Così hanno attirato l’attenzione di Enel Green Power.

Tra i principali problemi degli impianti è la presenza di polveri e sabbia, che si depositano e inducono una perdita di produzione, che ha un’incidenza del 25-30% del totale. Reiwa Engine ha dimostrato che, con la sua tecnologia brevettata, si può recuperare il 90% di quelle perdite. E non solo.

Il team siciliano ha anche progettato un sistema di movimentazione basato sull’intelligenza artificiale in grado di portare avanti la sua azione pulente nonostante i dislivelli, procedendo sui pannelli e adattandosi – attraverso dei cingoli – agli ostacoli che incontra. SandStorm è un robot realizzato solo con materiali riciclabili e riutilizzabili al 100%. La catena di montaggio, dalla progettazione all’assemblaggio, viene gestita in Sicilia.

E la Sicilia è sempre presente nei discorsi di Salerno e Occhipinti. L’idea è quella di mantenere al centro dell’azienda le persone e di valorizzarle il più possibile. «Vorremmo che tutta la parte legata allo sviluppo dei nuovi prodotti rimanesse qui. È assurdo vedere quanto talento viene lasciato andare, quanti giovani lasciano la loro terra, costretti a emigrare per inseguire un sogno. Io vorrei fare qualcosa di buono», ha detto Salerno.

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