Sono 300-350 gli euro a persona che gli italiani dedicano alla cura della propria persona, attraverso esami, e visite mediche. Questo secondo quanto indicato dal dossier pubblicato nel giugno scorso dalla nota associazione in difesa dei consumatori, volta a dichiarare quanto detto fino ad oggi.
Già nel 2007, “Altroconsumo” si era occupata di far conoscere alla cittadinanza, la situazione in cui versano gli ospedali italiani; l’inchiesta effettuata su 14 strutture site in 10 diverse città italiane, non ha dato i risultati che ci si aspetterebbe: in pochi inseriscono i dati in archivi centralizzati e in molti il dolore post-operatorio non è affrontato in maniera sistematica.
Per non parlare della sicurezza: la metà delle aziende ospedaliere esaminate erano in pessime condizioni, in una lista che non lascia fuori neanche le grandi città né le grandi strutture del Nord e dei capoluoghi di regione: si va da Milano a Palermo, da Napoli a Torino.
E quindi forse le cose non sono ancora cambiate se secondo Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari, gli 8,5% degli italiani preferisce gli ambulatori privati per le proprie visite specialistiche; ciò significa che ben l’80% della popolazione nazionale è in fuga dagli ospedali pubblici, e questo all’indomani dello studio che ha portato l’istituzione a promuovere ‘la componente umana’ delle strutture sanitarie italiane, soprattutto toscane, sia pubbliche che private.
Il via dagli ospedali, è stato confermato da un rapporto effettuato dall’Agenzia, tra i primi 6 mesi del 2012 e del 2011, quando era ancora in vigore il ‘superticket’, il nuovo talloncino che ha portato nelle casse dello Stato ben 2,2 miliardi di euro in più.
Il 25% degli italiani ha pagato il superticket spendendo 150 euro a testa all’anno, ma una volta eliminato, l’Agenzia ha scoperto un crollo delle visite specialistiche; in particolare, il dato registrato è del – 17,2%, soprattutto tra i non esenti.
Un calo che si riflette in un aumento, dunque, delle prestazioni specialistiche presso le strutture private, per chi se lo può permettere; di fatto, la maggior parte delle persone è costretta ad evitare quelle pratiche mediche che richiedano un ricovero ospedaliero, con conseguente rinuncia al proprio benessere e alla cura della propria salute. Una falla nel Sistema Sanitario Nazionale, che di fatto penalizza le fasce meno abbienti della popolazione, che sono concentrate soprattutto al Sud.
Autore | Enrica Bartalotta