Si chiamerà “Oro Vivo” e sarà uno spazio interamente dedicato ai giovani, un centro d’ascolto nel cuore della Kalsa, a Palermo, aperto al confronto e al dialogo sulle orme di Don Bosco e San Filippo Neri.
Il gioiello barocco di Santa Teresa con il suo immenso patrimonio artistico e culturale rischiava di chiudere per crisi di vocazioni. Ora, invece, aprirà le porte a tutta la città, non solo per celebrare messa o per momenti di preghiera, ma anche grazie a questo spazio “vivo”, un punto di riferimento per i tanti ragazzi del quartiere, spesso disorientati e senza modelli da seguire.
Come ha sottolineato padre Giuseppe Di Giovanni, rettore del Santuario, che ha creduto fortemente nel progetto, “Oro Vivo” è simbolo di una “Chiesa aperta e vicina ai giovani, ai ragazzi. Una Chiesa che sa accogliere e accompagnare”.
Dopo diversi anni trascorsi alla parrocchia San Basilio Magno, in via Paruta, poi a Ciminna, alla guida della chiesa Santa Maria Maddalena, Don Giuseppe è tornato nel quartiere in cui è cresciuto, come parroco della Chiesa di Santa Maria della Pietà, venendo nominato qualche mese fa anche rettore del Santuario di Santa Teresa.
“Il terrario della Kalsa è ricco di storia, di arte, di monumenti e palazzi nobiliari. È un quartiere dove si intrecciano tutte le culture che hanno dominato Palermo dalla cultura araba a quella spagnola” – ha raccontato padre Giuseppe – “È il quartiere di Paolo Borsellino battezzato alla Pietà, la parrocchia del rione dove si custodisce anche il ricordo di un martire, il Beato Pino Puglisi anche lui battezzato allo stesso fonte Battesimale della Pietà”.
Il quartiere dove è ancora forte l’influsso della mafia e dell’illegalità, ma dove si respira anche il desiderio di riscatto sociale e spirituale.
Nelle stanze di questo stesso oratorio è cresciuto il magistrato palermitano Giovanni Falcone, il giudice ucciso dalla mafia nel 1992, che proprio qui trascorreva interi pomeriggi insieme agli amici durante l’infanzia e l’adolescenza, sotto lo sguardo attento di padre Giacinto, il carmelitano scalzo, che guidò la chiesa tra gli anni ‘50 e ‘70.
Qui oltre a fare il chierichetto e prendere parte alla vita di chiesa, Giovanni Falcone era solito giocare a ping pong e partecipare insieme agli amici alle gite e andare al mare a Mondello.
Proprio in ricordo del giudice Giovanni Falcone l’oratorio ospiterà una mostra fotografica permanente dal titolo “Ragazzi della Kalsa” in cui sarà possibile ammirare gli scatti dell’epoca che ritraevano i giovani dell’ex oratorio e tra questi anche il giudice Falcone spensierato e sorridente.
In suo onore e nel nome di padre Puglisi e don Giovanni Bosco, quei locali il 15 febbraio alle 17.30 torneranno così a vivere e aprirsi alla città, diventando un luogo di aggregazione e una palestra per lo spirito. A celebrare messa sarà l’arcivescovo Corrado Lorefice, che si è impegnato per evitare la chiusura di Santa Teresa e che ha voluto affidarne la guida proprio a padre Giuseppe Di Giovanni.
All’evento sarà presente anche Maria Falcone, sorella del magistrato, insieme con don Domenico Luvarà, direttore dei Salesiani di Santa Chiara e don Domenico Saraniti, direttore del Don Bosco Ranchibile.
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