I cuscini di fiori che crescono sul vulcano.
- Saponaria dell’Etna: cresce dove nessuno osa.
- Tra la pietra lavica nascono dei fiori di colore viola.
- Ecco le sue proprietà e le sue leggende.
Una straordinaria pianta siciliana. Non potremmo definire diversamente la Saponaria dell’Etna, che nasce lì, tra la pietra lavica più scura. Si presenta al mondo nei mesi più caldi, germogliando e fiorendo da giugno ad ad agosto. Non ha paura di nulla, poiché affonda le radici sull’Etna, ‘a Muntagna tanto cara alla Sicilia. A renderla unica, poi, è il suo aspetto: tanti cuscini, chiamati “pulvinidi”, di colore verde e viola tenue. Un spettacolo molto suggestivo, cui si unisce un profumo fresco e inebriante. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su questa pianta.
Saponaria dell’Etna: proprietà e leggende
La Saponaria deve il nome alla “saponina”. Ha, infatti, delle proprietà detergenti spettacolari, note fin dall’antichità. Nell’antica Babilonia era già nota e fino alla caduta dell’Impero Romano si utilizzò per la cura del corpo e dei vestiti. Caduta a lungo in disuso, trovò nuova fama nel Medioevo, fino ai giorni nostri. Una piccola curiosità: probabilmente il primo dentifricio era proprio la Saponaria. Ippocrate racconta che donava alle donne una pelle liscia. E non finisce qui.
La Saponaria dell’Etna ha un aspetto gentile e quei “cuscini” sono davvero belli da vedere. Una volta immersa nell’acqua, si crea una spuma. Nell’antichità vi si lavava la lana e sono tante anche le sue proprietà officinali. Queste piante aiutano a depurare le mucose infiammate delle vie respiratorie, gastriche e urinarie, danno sollievo ai reni e depurano il sangue. Non mancano gli effetti collaterali, quindi occhio ad appassionarvi a lei! Molto interessanti sono le leggende che la accompagnano. Si narra che a portare la Saponaria sull’Etna fu Venere, Dea dell’amore e della bellezza. Avrebbe posizionato lei i cuscini sul nostro vulcano, a dimostrazione del fatto che l’amore comanda su tutto. Secondo alcuni, inoltre, la Saponaria dell’Etna è un giaciglio per gnomi, fate e creature del bosco. Foto: Ettore Balocchi – (CC BY 2.0).