Mangiò carne avariata e per 10 anni è rimasta in stato vegetativo. Fino alla morte sopraggiunta ieri. Il 7 febbraio del 2006 Sara Di Natale, di Ragusa, aveva 22 anni. Quel giornò mangiò a Catania una polpetta di carne che aveva comprato una sua collega di università. Risultò piena di solfiti, tanto da provocarle un arresto cardiocircolatorio a seguito di uno shock anafilattico – la ragazza era allergica – e da farla piombare in uno stato vegetativo dal quale non si è più svegliata.
Sara è stata alimentata e ventilata artificialmente, accudita da papà Luciano e da mamma Gabriella. Il professore Di Natale – insegnante di matematica in pensione proprio per accudire la figlia – per anni si è battuto per la tutela della autodeterminazione in materia sanitaria sostenendo il Registro delle disposizioni anticipate di fine vita e il cosiddetto "testamento biologico" contro l'accanimento terapeutico, ma ha anche sostenuto la nascita di strutture per pazienti in stato vegetativo.
Vicina ai Welby e agli Englaro, la famiglia Di Natale si è rivolta anche a Papa Francesco chiedendo di fare chiarezza nel mondo cattolico nel rispetto della volontà espresse per il trattamento di fine vita.