Impedire che partano le navi cariche di migranti, rafforzare i controlli alle frontiere e accogliere quanti arrivano sul nostro territorio perché in fuga dalla guerra e dalla disperazione. Sono questi gli obbiettivi di ‘Mare Nostrum’, la task force militare-umanitaria messa in piedi il 18 ottobre dal governo guidato da Enrico Letta. L’operazione costa 9 milioni di euro al mese e ha già permesso di salvare oltre 20mila migranti. L’operazione militare e umanitaria nel Mar Mediterraneo meridionale vede impiegato il personale e i mezzi navali ed aerei della marina militare, dell’esercito, dell’aeronautica militare, dei carabinieri, della guardia di finanza, della guardia Costiera nonché del personale del ministero dell’Interno – polizia di stato imbarcato sulle unità della marina e di tutti i corpi dello Stato che, a vario titolo, concorrono al controllo dei flussi migratori via mare. LA MARINA MILITARE. La Marina Militare partecipa, in particolare, con: – una nave anfibia tipo LPD con funzione di comando e controllo dell’intero dispositivo. L’unità è dotata di spinte capacità sanitarie di primo intervento con disponibilità di mezzi da sbarco e gommoni a chiglia rigida. Inoltre l’unità ha la possibilità di ricevere a bordo rappresentanti altri organismi nazionali o internazionali coinvolti nell’operazione; – due fregate Classe Maestrale, ciascuna con un elicottero AB-212 imbarcato; – due pattugliatori, cl. Costellazioni/Comandanti, con la possibilità di imbarcare un elicottero AB-212, ovvero cl. Minerva, di cui una con missione primaria di vigilanza pesca; – due elicotteri pesanti tipo EH-101 (MPH) imbarcati sulla nave anfibia, ovvero rischierati a terra su Lampedusa/Pantelleria/Catania come necessario; – un velivolo P180, con capacità dispositivi ottici ad infrarosso (Forward Looking InfraRed -FLIR) rischierato a terra su Lampedusa; – Rete radar costiera della marina militare con capacità di ricezione dei Sisitemi automatici di identificazioni delle navi mercantili (Automatic Identification System – AIS). – una nave mototrasporto costiero per supporto logistico. Il comando del dispositivo aeronavale è affidato al contrammiraglio Giuseppe Rando imbarcato su Nave San Marco Unità designata sede di Comando. Sulle unità navali, inoltre, sono imbarcati rappresentanti del dipartimento Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, che con le loro capacità rafforzano i controlli dei migranti già direttamente a bordo. L’AERONAUTICA MILITARE. L’Aeronautica militare partecipa con: – Aeromobile a Pilotaggio Remoto (APR) Predator B, con capacità di ricognizione e sorveglianza aerea per oltre 20 ore consecutive permettendo, grazie alla sinergia fornita da un team composto da piloti, operatori dei sensori di bordo, supervisori della missione e tecnici, e agli evoluti sensori di bordo, di realizzare riprese elettro-ottiche, all’infrarosso e radar. – Aeromobile BR 1150 Atlantic con equipaggi misti Aeronautica/Marina, del 41° Stormo dell’Aeronautica Militare di Sigonella (CT), garantisce il pattugliamento marittimo delle aree interessate. Le attività di ricerca sono svolte grazie all’utilizzo del radar di bordo, da parte di 3 operatori specializzati, denominate ‘vedette’, (1 frontale e 2 laterali) che sono in grado di operare anche di notte con capacità NVG (Night Vision Goggles), con l’utilizzo di artifizi illuminanti e fumogeni per la segnalazione della posizione durante il giorno.
Ilaria Calabrò
Strettoweb