Grazie alle indagini precise e puntuali, ha un nome e un volto l’uomo che avrebbe imbrattato la Scala dei Turchi, con l’aiuto di un complice. Dopo che le forze dell’ordine hanno controllato le immagini di videosorveglianza e hanno effettuato alcune perquisizioni, è scattata l’identificazione.
Chi ha danneggiato la Scala dei Turchi
Sarebbe un uomo di circa 50 anni il responsabile dei danneggiamenti alla Scala dei Turchi. Non avrebbe agito solo, perché con lui ci sarebbe stato un complice. Secondo quanto reso noto, sarebbe un nome già noto alle forze dell’ordine, per alcuni episodi di cronaca. Entrambi sono stati denunciati a piede libero. Questo è quanto emerso, dunque dopo i danneggiamenti alla scogliera-simbolo della Sicilia.
Il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha spiegato all’Ansa: «Si ipotizza un atteggiamento di generica e vaga contestazione nei confronti del sistema e delle forze dell’ordine, come è dato scorgere sulle pagine dei social dell’indagato».
I carabinieri di Realmonte e della Compagnia di Agrigento, guidati dal maggiore Marco La Rovere hanno acquisito le immagini del sistema di video sorveglianza della zona ed eseguito tutte le perquisizioni necessarie. Sarebbe stato dunque l’uomo, con l’aiuto di un complice, a sfregiare la Scala dei Turchi.
Un gesto “contro il sistema”
La sua pagina Instagram contiene messaggi contro il “sistema” e contro le forze dell’ordine. Secondo gli inquirenti, sarebbero queste le motivazioni che avrebbero spinto il 49enne a imbrattare la scogliera di marna di Realmonte con polvere di intonaco di colore rosso.
“Come prove a carico dei due denunciati – spiega il procuratore di Agrigento – i militari dell’Arma hanno addotto le immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza dei luoghi e l’esito delle disposte perquisizioni domiciliari. Il materiale probatorio raccolto deve essere ora valutato dal pm procedente e successivamente dal giudice competente, ferma restante la presunzione di innocenza per entrambi gli indagati”.
La vicenda ha avuto un’altissima eco. Subito si sono attivate le forze dell’ordine, per le indagini, e anche le istituzioni locali si sono coordinate, al fine di svolgere gli accertamenti del caso. Un ruolo fondamentale in questa vicenda, però, è stato rivestito dai volontari che si sono messi al lavoro per ridare splendore alla scogliera. Una dimostrazione di come la Sicilia sappia anche tenere al suo patrimonio e tutelarlo.