La missione nel territorio di Contessa Entellina (PA)
- Scavi a Entella, emerge un ampio tratto di un edificio sul fronte nord-ovest.
- Le ricerche condotte dalla Scuola Normale di Pisa.
- Si ricostruisce la storia di Sicilia.
Prosegue in modo più che positivo la “primavera” dell’archeologia siciliana, un periodo che, da molti mesi restituisce tracce importanti del passato. La missione di scavi condotta a Entella, nel territorio di Contessa Entellina (PA), dall a Scuola Normale di Pisa ha portato in luce un ampio tratto di un antico edificio posto sul fronte nord-ovest dell’altura del Castello di Entella. Proprio in questa zona si trova il palazzo fortificato medievale ovvero su un fronte di quasi 5 metri dove si sono sovrapposti edifici di epoche diverse.
La missione di quest’anno ha fatto emergere un ampio vano di un edificio con due ambienti contigui e con accesso dall’esterno. Le indagini hanno consentito di verificare che esistono livelli di crollo, databili fino all’inizio del II secolo a.C., che si sovrappongono e che ci consentono di affermare che chi abitò la Rocca utilizzò pietra da costruzione cavata in situ. Creò nuovi spazi attraverso il recupero di materiale di crollo degli edifici precedenti. I ritrovamenti, secondo il tecnico archeologo della Normale Alessandro Corretti dimostrano, insieme ai materiali utilizzati, che si è trattato di un investimento importante per la città realizzato con un’ottima qualità tecnica di costruzione. Lo scavo ha, inoltre, confermato che questa zona della Rocca fu interessata da un incendio nella prima età ellenistica ma che gli abitanti hanno continuato ad abitarvi, ricostruendo gli edifici e non spostandosi.
Scavi a Entella, i segreti della storia di Sicilia
“Anche l’ultima campagna di scavi appena conclusa a Entella, nel territorio di Contessa Entellina – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – lascia significativi elementi che ci aiutano a una migliore comprensione della modalità di vita della popolazione che abitò la Rocca. Le importanti collaborazioni avviate nell’Isola con Università italiane e straniere sono essenziali per implementare la nostra conoscenza sulla storia della Sicilia”.
La campagna di scavo di quest’anno ha interessato anche il versante orientale del Vallone Est della Rocca, in un’area nodale della città antica dove precedenti indagini avevano portato alla luce un grande complesso di edifici pubblici a carattere sacro e “civile” (un tempio e grandi magazzini pubblici per derrate alimentari) articolati su 4 terrazze digradanti e in uso tra la fine del VI e la metà del III secolo a.C.. Le nuove indagini si sono concentrate sulla terrazza inferiore, dove è stata confermata la presenza di un’area destinata al culto con un recinto e deposizioni votive circostanti del IV secolo a.C.. In quest’area sono stati messi in luce ulteriori apprestamenti cultuali, tra cui una vasca destinata a contenere liquidi ad uso rituale, pertinente ad una fase anteriore.
“Anche questa ultima campagna di scavo ha fornito dati significativi che riconducono al culto di Demetra e Kore e permettono di inserire a pieno diritto i contesti della terrazza inferiore nel quadro di un santuario urbano di Demetra e Kore, in cui gli spazi sacri si uniscono a magazzini di cereali, come spesso in Sicilia, è testimoniato a Monte Adranone, a Morgantina. Si tratta di un ulteriore importante passo nella ricerca scientifica all’interno dell’area del Parco”, dichiara Rossella Giglio, direttrice del Parco archeologico di Segesta cui, dal 2019 compete la gestione del sito.
Gli scavi di Entella interessano un’area a 545 metri sul livello del mare, oggetto di studio della Scuola Normale di Pisa sin dal 1985. “I risultati di questa missione rappresentano un ulteriore passo nella ricerca scientifica che conduce il Parco di Segesta dal 2019 – spiega Rossella Giglio – un percorso che mira alla valorizzazione dei siti di Entella, Salemi, Poggioreale e Custonaci attraverso gli scavi e lo studio scientifico condotto in collaborazione con Università e Istituti di ricerca. Questo aspetto è imprescindibile nell’ottica della promozione che guarda alla conoscenza della storia come cammino di crescita”. Foto di Davide Mauro – Opera propria, CC BY-SA 4.0.