Sciacca:“ Il castello incantato” di Filippo Bentivegna. Nel 1945 il pittore francese Jean Dubuffet inventò un nuovo concetto di arte denominandolo Art Brut (in italiano arte grezza). L’attenzione di questa nuova tendenza era rivolta alle produzioni artistiche realizzate da non professionisti o da uomini e donne ricoverati negli ospedali psichiatrici, ritenuti interessanti per le loro creazioni libere da formalismi estetici convenzionali.
Secondo la definizione di Jean Dubuffet “l’arte grezza designa lavori effettuati da persone indenni di cultura artistica, nelle quali il mimetismo, contrariamente a ciò che avviene negli intellettuali, abbia poca o niente parte, in modo che i loro autori traggano tutto (argomenti, scelta dei materiali, messa in opera, mezzi di trasposizione, ritmo, modi di scritture, etc.) dal loro profondo e non stereotipi dell’arte classica o dell’arte di moda”(…) “ Quei lavori creati dalla solitudine e da impulsi creativi puri ed autentici-dove le preoccupazioni della concorrenza, l’acclamazione e la promozione sociale non interferiscono-sono, proprio a causa di questo, più preziosi delle produzioni dei professionisti”.
L’ Art Brut nel 1972 venne ampliata nel suo concetto dal critico inglese Roger Cardinal che la chiamò “Outsider Art” includendo più largamente anche gli autodidatti ed i creatori di Arte Naif che non si sono mai istituzionalizzati. Le opere di Art Brut o di Outsider Art rappresentano stati mentali estremi, idee non convenzionali, o mondi di fantasia elaborati.
Il lavoro di ricerca di artisti di Art Brut da parte di Jean Dubuffet ed i suoi collaboratori li portò nel 1968 perfino a Sciacca a seguito di una segnalazione giunta dal pittore svedese Liliestrom. L’artista negli anni cinquanta aveva soggiornato in quel paese e conosciuto tramite l’ambiente artistico saccense Filippo Bentivegna detto “il pazzo di Sciacca” un artista che a suo parere era degno di nota. Fu così che uno dei collaboratori di Dubuffet si recò in Sicilia per constatare di presenza il valore creativo dell’arte primitiva di Filippo.
L’uomo riuscì a visitare il “Castello incantato” di Bentivegna e rimastone entusiasta volle addirittura portare con sé alcune teste di pietra scolpite dall’artista pazzo da portare in dono a Dubuffet che le inserì nella sua collezione e che oggi sono esposte al Museo di Art Brut di Losanna, istituito in memoria di Dubuffet.
Il “Castello incantato” anche conosciuto come “Giardino incantato” situato alle falde del monte Kronio a pochi chilometri dal centro di Sciacca, oggi è un museo a cielo aperto, un luogo surreale in cui è possibile ammirare un lavoro di oltre 50 anni in cui volti scolpiti affioranti dalle pietre rivelano il magico mondo del regno di sua “Eccellenza” come amava farsi chiamare il simpatico Filippo. Oggi il Castello Incantato di Filippo Bentivegna è di proprietà della Regione Siciliana ed è gestito dalla Società Cooperativa “Agorà”.