Oggi vi portiamo nel comune più piccolo della Sicilia e del Mezzogiorno: Roccafiorita.
Adagiato alle pendici del Monte Kalfa, immerso nel cuore della Valle d’Agrò, sorge un piccolo paesino che, con la sua superficie totale di 1,14 Km quadrati, e i suoi 222 abitanti, si conquista a pieno diritto il titolo di comune più piccolo della Sicilia, nonché del Mezzogiorno d’Italia. Roccafiorita (Roccasciuruta in siciliano), in provincia di Messina, e aderisce all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani.
Se per gli amanti delle statistiche e delle curiosità Roccafiorita è solamente il comune più piccolo della Sicilia, non è lo stesso per chi questo paesino lo conosce bene. Esistono infatti una serie di tradizioni, feste popolari, e leggende metropolitane che, tramandate di generazione in generazione, sono diventate veri e propri culti sacri di questo incantevole borgo messinese.
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Roccafiorita storia
Il paesello, così come lo chiamano i suoi abitanti, ha origini feudali. Inizialmente chiamato “Acqua Grotta”, Roccafiorita divenne, nel XVII secolo, un principato, passando sotto le dinastie di Pietro Balsamo (marchese di Limina) e Francesco Bonanno (cavaliere della Guerra di Spagna). Nella zona sud-orientale si trovano le due sorgenti, “Canale” e “Fontana” da cui sgorga acqua fresca e pura, accanto alle quali si trovano preziosissime fontane ornamentali. Invece proprio in cima al Monte Kalfa si erge il Santuario della Madonna dell’Aiuto, divenuto luogo di preghiera e devozione nonché meta di pellegrinaggio di numerosissimi fedeli.
Il pellegrinaggio alla Madonna dell’Aiuto
Sul lato est della montagna è stata allestita nelle roccia una piccola, ma suggestiva, Via Crucis, che culmina con una statua del Cristo Risorto. Ed è proprio alla Madonna dell’Aiuto che il comune più piccolo della Sicilia rivolge i suoi festeggiamenti ogni anno ad Agosto. Nell’ultimo venerdì del mese numerosi fedeli, provenienti da ogni parte, ripercorrono le tappe della Via Crucis incastonate nel costone roccioso.
Motivo di tante presenze è, a detta dei numerosissimi fedeli, quello di aver ricevuto moltissime grazie, tra cui tante guarigioni. Nei tre giorni di pellegrinaggio si assiste quindi ad un vero e proprio spettacolo: tutta la montagna canta, prega, piange, spera, gioisce, e si esalta, e quando fa notte risplende grazie alle fiaccole dei pellegrini accorsi numerosi a visitare il Santuario.
FOTO: Francesco Savoca