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Scoppia la guerra del latte: produttori in rivolta

Signore e signori, è scoppiata la guerra del latte. Gli allevatori siciliani, in particolare quelli del Ragusano che ne producono 146 mila tonnellate ogni anno, sono in rivolta. Si scopre che per un litro di latte gli allevatori ricevono solo 34 centesimi, che non bastano nemmeno a coprire i costi. Gianfranco Cunsolo, presidente della Coldiretti di Ragusa, fa il diavolo a quattro.

"Da giorni abbiamo avviato una battaglia contro chi ha deciso che questo comparto debba scomparire a favore di produzioni che arrivano da tutto il mondo – spiega Cunsolo – La multinazionale francese Lactalis ha comprato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli ed è il primo gruppo del settore in Italia. L’industria ha deciso unilateralmente di tagliare i compensi per il latte alla stalla di oltre il 20% rispetto allo scorso anno.

Da Nord a Sud la situazione è la stessa: il prezzo del latte riconosciuto oggi agli allevatori è inferiore a quello di 20 anni fa e vengono proposti accordi capestro che fanno riferimento all’indice medio nazionale della Germania, con una manovra speculativa del tutto ingiustificata e quindi inaccettabile perché la produzione italiana di latte si distingue per le elevate caratteristiche qualitative".

Pietro Greco, direttore della Coldiretti di Ragusa, gli fa eco: "La cosa peggiore è che anche le cooperative pagano 34-35 centesimi al litro e questo significa che ci si allinea al ribasso con risvolti pericolosissimi per l’intera economia agricola regionale. Stiamo conducendo una battaglia per la qualità. Basti pensare che solo 1 busta di latte UHT su 4 vendute in Italia contiene latte italiano.

Inoltre vengono utilizzati dalle industrie semilavorati di latte (cagliate, caseine e caseinati) di provenienza straniera, per produrre formaggi, yogurt e mozzarelle, spacciandoli per Made in Italy. In Italia una mozzarella su 2 consumate in Italia è prodotta con cagliate straniere. Consumare italiano e siciliano significa agire concretamente per lo sviluppo".

 

Fausto Rossi