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La pastorizia è una pratica antichissima che è, ancora oggi, cruciale per la conservazione delle tradizioni culturali, della sostenibilità ambientale e della sicurezza degli alimenti. Dopo decenni in cui è sembrato che finisse nel dimenticatoio, oggi, forte di una consapevolezza maggiore dell’importanza della biodiversità, è tornata in auge e tanti sono tornati – o vorrebbero tornare – ad abbracciarla.

Idee e progetti non mancano di certo ma, in alcuni casi, non si sa come metterli in pratica. In Italia sono nati diversi progetti per insegnare il mestiere del pastore, avvicinando soprattutto i giovanissimi a questa attività. Fare il pastore significa essere custodi della montagna e manutentore dei pascoli, ma non solo. Significa anche contribuire all’economia del territorio e dare vigore a circuiti che mettono al centro le eccellenze casearie e le persone.

Da un po’ di tempo si parla della Scuola per Giovani Pastori, nata dalla collaborazione tra il CREA (Consiglio per la Ricerca e l’Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) nell’Ambito della Rete Rurale Nazionale, e l’associazione Riabitare l’Italia, per aiutare ad avviare o continuare attività di pastorizia nelle aree interne del Paese. Dopo la prima edizione, svoltasi in Piemonte, quest’anno è la volta della Sicilia, nel territorio delle Madonie. Le candidature sono aperte a persone di ogni età e provenienza.

La Scuola ha l’obiettivo di formare (gratuitamente) i giovani interessati a questo mondo, con un format itinerante. La prima edizione è stata pure premiata a Bruxelles, in occasione degli Aria awards 2023, riconoscimento dedicato dall’Unione Europea ai progetti virtuosi di stampo rurale.

Il bando per la Sicilia

Adesso è stato appena lanciato il bando per un secondo capitolo che stavolta si terrà in Sicilia, sui monti delle Madonie. In questi mesi si attendono candidature da tutta Italia, per formare una rete che travalichi i confini geografici.

Il bando che potete consultare e scaricare di seguito, selezionerà 15 persone che alloggeranno negli spazi dell’ex Convento dei Padri Riformati, nel comune di Petralia Sottana (PA). Per iscriversi non c’è un limite di età, ma verrà data precedenza ai candidati più giovani e interessati ad avviare un’attività nel territorio madonita.

La data di inizio dei corsi è prevista il 13 maggio, con chiusura a luglio, ma i ragazzi saranno nelle Madonie già il 10, per l’inizio del Festival della pastorizia nel comune di Petralia Sottana, “Dove vai, pastore? Festival della Pastorizia, dell’Erranza e del Ritorno nelle Madonie”.

Gli studenti avranno formazione sia pratica che teorica su pascolo e allevamento in aree montane, caseificazione e trasformazione delle materie prime per le quali la Scuola gioverà del supporto di Agenform, altro partner del progetto. Sono previsti degli approfondimenti online su varie tematiche (gestione dei pascoli, rapporto con gli animali selvatici, controllo qualità, HACCP) con la possibilità di confrontarsi con aziende e realtà del territorio che, a sua volta, ospita la Scuola per imparare pratiche e saperi da chi questo mestiere lo fa. Il metodo didattico adottato infatti è quello della peer education, in cui non figura il tradizionale rapporto gerarchico docente-allievo nelle aule.

“La pastorizia è uno dei mestieri più antichi del mondo, ma non è solo un elemento nostalgico. Anzi può essere, oggi, lo strumento per rivalutare luoghi dimenticati avviando un circuito economico e una rete di sostegno per chi decide di rimanere o stabilirsi qui – spiega Daniela Storti, ricercatrice CREA e direttrice scientifica della Scuola Giovani Pastori – l’obiettivo della scuola è trovare giovani davvero motivati per cominciare un percorso reale di vita legato alla pastorizia”.

Foto in evidenza: Depositphotos.com.