“Smettere di fumare” e “sigaretta elettronica”, nel corso dell’ultimo decennio, sono due elementi che si trovano molto spesso nella stessa frase. L’immissione di questo famoso dispositivo elettronico sul mercato nazionale e internazionale, infatti, è stata funzionale al raggiungimento di uno scopo: aiutare i fumatori a smettere di fumare con alte probabilità di successo.
Esistevano già altri strumenti alternativi per stimolare e motivare le persone fumatrici ad abbandonare il vizio del fumo. Eppure, le e-cigarettes si sono rivelate il metodo più efficace tra tutti. Ad affermarlo, oltre ai consumatori, che poi sono il principale sponsor, è la scienza in persona.
Sono numerosissime, infatti, le ricerche condotte in campo medico-scientifico che si sono occupate di indagare circa la reale efficacia dei dispositivi da svapo giungendo a dimostrare risultati davvero incoraggianti. Una delle più recenti ricerche, pubblicate sul New England Journal of Medicine, è stata condotta in Svizzera, sotto la direzione dell’Università di Berna.
Smettere di fumare svapando: l’esempio della Svizzera
L’efficacia delle sigarette elettroniche come strumento alternativo per smettere di fumare è stata recentemente dimostrata da una ricerca svizzera. Nello specifico, questo studio si è occupato di indagare la sicurezza e l’aspetto tossicologico di questi famosi dispositivi, fino a giungere alla dimostrazione della loro efficacia nella lotta al fumo.
Ecco come si è svolta l’attività di ricerca. 1.246 persone fumatrici – che avevano intenzione di smettere di fumare, perché senza la volontà, come per ogni cosa, non si va da nessuna parte – sono state suddivise in due gruppi ed è stato osservato il loro comportamento in rapporto all’astinenza dal fumo per sei mesi: al primo gruppo, detto gruppo di intervento, è stato messo a disposizione l’utilizzo di e-cig con liquidi sigaretta elettronica con percentuale di nicotina liberamente scelta, oltre alla consulenza per la cessazione e, a scelta, la terapia sostitutiva a base di nicotina (con cerotti, gomme e vari); il secondo gruppo, definito gruppo di controllo, invece, poteva ricorrere ai classici metodi per smettere di fumare, fra cui rientravano “terapia cognitivo comportamentale, interviste motivazionali e processi decisionali condivisi per l’uso di farmaci”.
La conclusione, a questo punto, è già stata intuita dai lettori: i fumatori che hanno riportato le migliori percentuali di astinenza (dopo essere stati sottoposti a verifiche biochimiche) sono quelli che appartengono al gruppo che ha utilizzato la e-cig, ottenendo il 28,9%, contro il 16,3% del gruppo che ha utilizzato altre soluzioni.
Smettere di fumare passando allo svapo, pertanto, non solo è possibile, ma le percentuali di successo con le sigarette elettroniche sono superiori quasi più del doppio alle altre alternative.
Sigaretta elettronica: un dispositivo sicuro
Lo studio condotto in Svizzera – riconosciuto come il più importante al mondo e il primo di questa portata e tipologia in Europa centrale – ha sottolineato anche la questione tanto dibattuta della sicurezza delle sigarette elettroniche. Il gruppo di fumatori che si è sottoposto all’indagine utilizzando il dispositivo da svapo, infatti, ha riportato buoni risultati anche dal punto di vista dei sintomi respiratori e degli effetti avversi gravi sulla salute che, al contrario, sono stati maggiori nel secondo gruppo, quello di controllo.
La sicurezza dei sistemi di vaporizzazione della nicotina viene, dunque, confermata perché chi utilizza questo strumento non corre rischi sostanziali per la salute, dal momento che le sostanze tossiche liberate sono decisamente inferiori rispetto alle sigarette al tabacco. Di conseguenza, i fumatori che passano definitivamente alle sigarette elettroniche e smettono di fumare tabacco, potrebbero soffrire molto meno di malattie legate al consumo di tabacco a lungo termine.
Sigaretta elettronica: sì, ma regolamentare l’accesso
Se è vero che la sigaretta elettronica può aiutare a smettere di fumare, è anche vero che i liquidi da svapo con nicotina possono portare alla dipendenza, soprattutto tra i giovani, che magari scelgono le e-cigarette come primo accesso al mondo del fumo. Pertanto, l’Università di Berna che ha condotto lo studio in questione, spinge anche sulla necessità di “garantire che l’accesso ai vaporizzatori elettronici sia adeguatamente regolamentato”. In questo modo, i dispositivi da svapo potrebbero essere inseriti all’interno di un programma terapeutico come aiuto clinico all’abbandono del vizio del fumo.