«Mio figlio è morto nel 2010, ma muore anche oggi, muore ogni giorno perché lo Stato, questo Stato nel quale credo e nel quale ha creduto Norman, troppo spesso divora i propri figli come Crono. Troppi silenzi da parte delle istituzioni, troppa ipocrisia di Stato per un omicidio di Stato». A parlare, attraverso una nota, è Claudio Zarcone, padre di Norman, il ricercatore universitario che si è suicidato lanciandosi nel vuoto dalla Facoltà di Lettere di Palermo.
«Oggi, posso solamente ringraziare Luca Orlando e pochi altri – aggiunge – per la sensibilità fin qui dimostrata; un apprezzamento legato alla sfera umana e alla partecipazione umana. Per contro sbatto contro l'ipocrisia di incantatori di serpenti. Troppi falsi amici nelle istituzioni, troppi finti e untuosi rivoluzionari mendicano la scena, troppi impostori della libertà di pensiero riconosco fra le vestali dell'ipocrisia istituzionale. Ricorreremo pertanto alla 'violenza" della musica di Norman e della memoria».
Norman Zarcone verrà commemorato domani, nel corso di una cerimonia che si svolgerà a Brancaccio nella rotonda a lui intitolato dal Comune; alle 20:30 si terrà un concerto in Piazza Bologni.