Seltz, limone e sale. Più che una bevanda, un rituale di Catania. Passeggiando per il capoluogo etneo, non si possono non notare i tanti chioschi: oasi per rinfrescarsi nelle giornate estive, ma anche punto di ritrovo. L’indiscusso protagonista dei chioschi è indubbiamente il Seltz, una bibita che disseta e che, di fatto, va bene per tutte le stagioni. Il nome di questa bevanda deriva da Selters, un piccolo comune tedesco. Ma cosa c’entra la Germania? Proprio a Selters si trova una sorgente di acqua ricca di anidride carbonica, che è la base per la preparazione di un ottimo Seltz. E non finisce qui. Per rendere il racconto ancora più completo, bisogna necessariamente parlare anche di Joseph Priestley, un chimico e filosofo inglese. In una sera del 1979, armeggiando tra tinozze di birra e ciotole d’acqua, scoprì il processo grazie al quale si ottiene l’acqua gassata alla base del Seltz.
Seltz a Catania: rituale e tradizione
Come abbiamo già anticipato, a Catania ci si imbatte in tantissimi chioschi dall’aspetto diverso. Possono avere pianta quadrangolare o ottagonale, ma anche essere in stile liberty. Tutti hanno in comune il fatto di essere un punto di ritrovo e di offrire il mitico Seltz. Le strutture che vediamo oggi, discendono direttamente dagli antichi “acquafrescai” borbonici del Regno di Napoli. Sorseggiare un Seltz, che a Catania è diventato “Sess“, è un’esperienza unica. Si osserva il chiosco, si scambiano due chiacchiere con il titolare, si approfondisce la conoscenza con la storia. L’acqua ricca di bollicine, il succo del limone e, in ultimo, il sale. Proprio gli elettroliti del cloruro di sodio integrano il seltz e limone, rendendo la bevanda estremamente dissetante. La massima istituzione nel campo del Seltz di Catania è il signor Russo. Proprio lui, infatti, ha inventato negli anni Settanta uno speciale marchingegno in grado di spillare l’acqua gassata direttamente dal rubinetto.
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