Quotidianamente va avanti la battaglia contro il Coronavirus, un nemico presente, seppur “invisibile”. Siamo tutti vicini, ma a distanza, uniti per fare in modo che la normalità possa tornare il prima possibile. Ognuno ha la sua storia da raccontare: noi abbiamo ricevuto quella di Serena Zaino e abbiamo deciso di pubblicarla.
Serena, come altri siciliani responsabili, ha deciso di non tornare nella sua terra d’origine, rimanendo a Bologna: la distanza si fa sentire, le manca la sua famiglia, ma non vuole abbandonarsi ai sentimenti negativi: la sua rassegnazione diventa orgoglio. E noi le dimostriamo la nostra vicinanza, perché la Sicilia, e i suoi tanti figli diventati cittadini del mondo, sanno essere forti. In bocca al lupo a Serena, le mandiamo un grande abbraccio virtuale.
Ecco la sua lettera.
«Dietro una finestra osservo la neve cadere dolce sui tetti di Bologna. Mi basta, però, abbassare un po’ lo sguardo per vedere quella dolcezza tramutarsi in orrore. Il ghiaccio della neve fa da sfondo ad uno spettacolo altrettanto agghiacciante. Il silenzio, neanche più il cinguettio di un uccellino.
Vedo solo muoversi qualche rara mascherina che ha preso prepotentemente il posto dei sorrisi o di qualche altra espressione che caratterizza il nostro essere italiani. Desolazione, squallore, abbandono. Mi accorgo che quello che c’è fuori è l’esatta rappresentazione di ciò che sento dentro. Desolazione, abbandono, vuoto.
Penso a come sarebbe bello stare in questo preciso istante con la mia famiglia. Vicini e accanto quando il resto del mondo chiede insistentemente distanza. E così mi abbandono all’idea che, proprio per loro, sia stato meglio rimanere dove sono, anche se sola, anche se con una parte importante mancante, anche se in una città che non è la mia.
Lascio, quindi, che la mia rassegnazione diventi fierezza, diventi orgoglio. Orgoglio per la scelta che ho preso. Solo così, forse, potrò trovare quella serenità che mi farà proseguire questo tempo dilatato che tutti chiamano quarantena».
Serena Zaino