Vedere immagini, udire parole, stuzzicare la fantasia, creare scenari nuovi sono azioni che migliorerebbero la sessualità nella coppia. Non tutte le opinioni però, degli addetti ai lavori, depongono in questo senso. Contrapposte sono le valutazione se sia meglio l’immaginario sessuale “in proprio” piuttosto che fare ricorso ai video o alle immagini. Alcuni sessuologi sostengono che sia meglio crearle le fantasie, motivando questo parere con dati di ricerca a sostegno delle loro tesi. Perché l’immaginario che si costruisce rubandolo al sociale, alla vita di tutti i giorni e alle emozioni che si sono create dentro, anche durante precedenti e piacevoli esperienze, possono rendere la fantasia come un vestito su misura per un piacere ampio e condiviso a 360 gradi. Reale e non generico. L’altro aspetto è che può essere oggetto della fantasia è anche il modo di fare l’amore nei momenti migliori, per cui si “nutre” la relazione senza isolarsi troppo e senza produrre troppe scissioni rispetto al rapporto che si sta vivendo.
Le fantasie possono restare nella testa o essere condivise con la persona con cui si sperimentando la sessualità. Sia raccontandole che chiedendole, animando “l’azione” di coppia. La narrazione è un modo di coinvolgere per fare capire anche le forme del proprio desiderio sessuale, cosa lo accende o lo spenge. Il “racconto piccante può essere fatto fuori dal momento sessuale o durante per creare eccitazione, per sostenere il proprio piacere e quello del partner. Ma trasformare la fantasia in gesti e atteggiamenti concreti ha bisogno di una forte e salda complicità per poi raccontare e proporre che accadano anche, per esempio, coinvolgendo terze persone: invitare a cena (in casa della coppia) colleghi/ghe d’ufficio o coppie di amici come preambolo per poi “consumare tutti insieme appassionatamente”, vestirsi in modo particolare prima di concedersi, esporsi allo sguardo dello specchio o di una finestra (…e chi più ne ha, più ne metta). Oppure pensando che l’altra persona voglia fare particolari pratiche e proporle. L’importante – sostengono autorevoli sessuologi – non costringere mai a pratiche o atti eccessivi e indesiderati (!!).
Ma attenzione. La fantasia, raccontata o chiesta nel fare quello che si immagina, può rappresentare anche un motivo di scontro nella coppia. Il partner potrebbe sentirsi ferito dai pensieri e ritenere che stia sfiorando la perversione con alcuni comportamenti “non sani”. Se si vuole condividere la fantasia bisogna avere una buona conoscenza della persona con cui sta facendo sesso e/o l’amore oltre ovviamente una linea culturale comune… di qualsiasi livello.
L’argomento “sesso”, grazie alle nuove tecnologie di comunicazione rapida e di massa, diventa un richiamo alla portata di tutti. Fare amicizie, stabilire legami, trovare una persona che possa piacere è diventato molto più semplice che in passato. Spesso però, soprattutto se è eccessiva la spregiudicatezza sessuale, può determinare , al momento in cui si stabilisce di incontrarsi, dei problemi di relazione. Delusioni e difficoltà. Infatti se non ci si conosce o ci si conosce poco, il sesso accompagnato dalle fantasie può essere un vero e proprio problema. Avere fantasie è sempre interessante, ma le tipologie della fantasia hanno un preciso significato: come il ripetere copioni che hanno al centro comportamenti di prevaricazione, sfiorando la violenza, che nulla hanno in comune con il desiderio e la passione nella vita sessuale di coppia.
Se le fantasie sono l’unico modo per accendere la sessualità ci si deve preoccupare. In altre parole vuol dire che il sesso non riesce ad essere acceso dalla relazione nel suo complesso vivere quotidiano. In questo caso è opportuno chiedersi se la fantasia è diventata ossessiva, come “chiodo fisso” che lacera la propria materia grigia nella rigidità del desiderio di “fare sesso!”. Interrogarsi se e la fantasia è patologica oppure no. E voi lettori, cosa ne pensate? (scritto da Silvio D’Auria)