Sicilia Isola in un mare di luce, una terra che affascina ed emoziona. Il filmato che vi mostriamo è stato condiviso dalla pagina Facebook Palermo Festival, ma è anche presente su YouTube. Si tratta di una video-poesia di Carmen Munafò, con bellissime immagini.
La Sicilia, giorno dopo giorno, accoglie un numero sempre più grande di turisti e viaggiatori. Gli aeroporti di Palermo e Catania crescono a doppia cifra e gli arrivi delle navi sono da tutto esaurito.
Hotel e B&B sono già presi d’assalto per tutto il 2019. Gli hotel fanno registrare numeri da capogiro e Palermo, secondo i dati di Confturismo, si scopre più attraente di Venezia, almeno per gli italiani. Si prospettano anni di crescita economica e culturale per la nostra isola e spetterà a tutti noi raccontarla nel migliore dei modi al mondo intero per farla evolvere insieme ad esso.
Ecco la poesia di Carmen Munafò:
Un giorno racconterò di te…
E potrò farlo perché mi mancherai tanto da togliere il fiato.
Sarai diventata ormai essenza stessa di me.
Scorrerai nelle mie vene e ne diventerai linfa di vita.
Madre matrigna di figli che ti hanno lasciato, tendi e stendi sempre più i tuoi cordoni ombelicali attorcigliandoli intorno al globo per cercare di abbracciare tutti i tuoi figli.
I tuoi colori raccontano gioia di vivere al mondo intero, ma solo noi ne conosciamo la profonda tristezza, nostalgia e rabbia che urli silenziosamente.
Un giorno saprò raccontare del tuo profumo che ci pervade dentro, e che chiudendo gli occhi riusciamo a sentire da tutti gli angoli del mondo; racconterò dei tuoi suoni senza tempo, del tuo vociare dirompente, del tuo calore soffocante, della tua amata ed odiata lentezza; del tuo lato oscuro che per decenni ci ha fatto vergognare e nascondere.
Sei bella da togliere il fiato, e noi figli tuoi, abbiamo il dovere di raccontarti ai posteri con gli occhi di chi ti ama più di ogni altra cosa.
Forse, un giorno, saprò raccontare perché da te non voglio tornare, mia terra amata.
Mi hai costretto a fare a meno delle mie certezze legate all’appartenenza di un posto fisico; mi hai resa coraggiosa, spaventata e spaventosa allo stesso tempo, perché agli occhi di quelli che si trovano “a casa” mi hai reso testimone che l’appartenenza e l’identità ad un luogo può essere illusoria.
Ho Imparato a non star bene nel mio posto, ed imparare a non star mai più bene da nessuna parte.
Così facendo, mi hai resa cittadina del mondo, ricordandomi che nelle mie vene e nei miei colori scorre tutto il sangue del mondo.
Ogni volta che ti penso, ogni volta che torno da te, una strada voglia mi pervade, voglio girare e girare, percorrere ogni tuo lato, ogni capo della costa, inoltrarmi all’interno, sostare in città e paesi, in villaggi e luoghi sperduti, rivedere vecchie persone, conoscerne nuove. Una voglia, una smania che non mi lascia star ferma in un posto. Non so. Ma sospetto sia questo una sorta d’addio, un volerti vedere e toccare prima che uno dei due sparisca.