Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

L’audacia e la passione di un gruppo di motociclisti siciliani ha portato alla realizzazione di un viaggio epico, attraverso 9000 chilometri di avventure, sfide e panorami mozzafiato, dalla calda terra della Sicilia fino a NordKapp, il punto più settentrionale dell’Europa continentale.

Abbiamo intervistato Michele Pivetti, avvocato, uno dei quattro siciliani del team che hanno affrontato questo straordinario viaggio a bordo di un a BMW GS 1250 Exclusive (Pivetti) una BMW GS Rally (Luca Basile), una KTM 1290 super adventure (Fabrizio Lo Manto) e una Ducati Multistrada V4s Pike Peaks (Michele Caronia).

Come e quando è nata l’idea del viaggio on the road?

“L’idea è nata l’anno scorso. Ogni anno da circa 10 anni facciamo un viaggio di circa 8-10 giorno in moto su e giù per l’Europa e ovviamente abbiamo girato in lungo e in largo anche l’Italia. NordKapp per il motociclista vero rappresenta la ‘Champions League’ delle due ruote, è il viaggio che ti pone su un altro livello”.

Raccontaci il team

“Io, Michele Pivetti, avvocato. Fabrizio Lo Manto, dirigente bancario. Luca Basile, sottufficiale della Marina Militare. Michele Caronia, funzionario del Ministero della Giustizia. Persone con cui devi essere affiatato perché per quasi un mese condividi tutto. Tutti palermitani tranne Basile che è di Carlentini”.

Quanti chilometri avete percorso e in quanto tempo?

“9000 chilometri. Imbarcati il 23 luglio direzione Genova, imbarcati il 14 agosto direzione Palermo“.

Quali sono stati i luoghi più suggestivi visitati? E quelli meno?

“Certamente Capo Nord e il suo globo è stato il posto più suggestivo. Ci ha accolto anche un timido sole di mezzanotte. Ma merita una menzione anche l’Atlantic Road, la strada più pericolosa al mondo secondo tutte le statistiche e il cosiddetto percorso dei Troll, una strada che entra tra i boschi della Norvegia tra cascate, fiumi e una infinita di curve. Il posto meno suggestivo è stata Würzburg, in Germania. Una Città che mi è sembrata inutile, senza anima”.

Come e cosa avete mangiato?

“Non siamo morti di fame ma in quanto italiani i nostri standard sono molto alti. Menzione per il Salmone norvegese, squisito è diversissimo da quello che mangiamo qui”.

Ci sono stati momenti difficili e finanche pericolosi durante il lungo viaggio?

“Sì, molti. Siamo stati accompagnati da pioggia battente per almeno 16/17 giorni. Abbiamo beccato in pieno il ciclone Hans. Freddo, nebbia, acqua, renne, tutto congiurava contro di noi. Abbiamo resistito finanche agli avvisi della Protezione Civile delle varie nazioni che attraversavamo che ci invitavano a stare a casa. Davvero pericoloso e impegnativo negli ultimi 34 chilometri prima di Nordkapp dove la visibilità era ridotta a pochissimi metri ma non c’era possibilità di tornare indietro o fermarsi. Potevi solo andare avanti, il tutto condito da vento polare, bufera di pioggia e nebbia impressionante. Grazie al cielo abbiamo anche avuto qualche bella giornata durante la quale abbiamo potuto sfogare la nostra voglia di andare in moto… come si deve”.

Qual è il significato esistenziale del vostro viaggio? Quale lezione porterete per sempre nel vostro cuore?

“Il significato si racchiude con una sola parola: Libertà. Non si assapora la libertà come quando si va in moto. Dimentichi tutto all’istante. Paesaggi, imprevisti, voglia di andare veloce ti avvolgono del tutto. Questa è libertà. La lezione che portiamo dentro è sempre la stessa ad ogni viaggio: solidarietà. Noi motociclisti siamo fratelli in tutto il mondo, ci salutiamo incrociandoci, ci fermiamo se vediamo un fratello a bordo strada, ci facciamo da parte se vediamo una moto che ha più fretta di noi. Siamo questo noi, una immensa famiglia”.

Avete in mente un’altra avventura?

“Sì, partiremo l’anno prossimo, seconda metà di settembre ma la meta è top secret. Dobbiamo ancora deciderla come da tradizione durante una cena che si terrà a casa mia”.

E le vostre famiglie?

“Hanno giocato un ruolo fondamentale. Non ci hanno mai fatto pesare l’assenza e ci hanno sostituito in tutto. Un conto è stare fuori 10 giorno, un altro conto è stare fuori quasi un mese. A loro, mogli, figlie, fidanzate, genitori va detto solo grazie”.

Articoli correlati