In Sicilia chiunque porti a spasso un cane ha l’obbligo di pulire con l’acqua la pipì del suo amico a quattro zampe. L’Assemblea Regionale Siciliana, infatti, ha approvato la legge sul randagismo che include anche questa norma. I dettagli.
Oltre a rimuovere dalla strada o dai parchi gli escrementi del proprio cane, quindi, adesso in Sicilia sarà anche necessario pulire la pipì con l’acqua. Il provvedimento è contenuto nel ddl “Norme per la tutela degli animali e la prevenzione del randagismo“, approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana.
La legge è molto più complessa e quella enunciata è solo una delle norme. Il testo, infatti, è diviso in 31 articoli e prevede un lungo elenco con provvedimenti per contrastare il randagismo e prendersi cura degli animali. Proposta dal Movimento 5 Stelle (sebbene i due primi firmatari non siano più parte di questo gruppo all’Ars), prevede – tra gli altri – il divieto di accattonaggio con animali, oltre a campagne per le adozioni degli animali.
“È stata finalmente approvata la legge sul fenomeno del randagismo in Sicilia, che risolverà il problema dei cani abbandonati nell’Isola – ha detto soddisfatto il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. – Era una norma a cui ho tenuto fin dal primo giorno di questa legislatura, tant’è che decisi di istituire la Commissione speciale d’inchiesta sul fenomeno del randagismo in Sicilia”.
“Sono molto contento – ha concluso – perché tra le altre cose abbiamo previsto la realizzazione di nuovi rifugi sanitari pubblici in tutte le nove province e aiuti economici ai Comuni per tutelare i diritti degli animali e la pubblica incolumità”.
Non sono mancate, nei giorni scorsi, le polemiche. Secondo Anci Sicilia sarebbe servito “un miglior coordinamento delle competenze che consenta un più diretto coinvolgimento delle Asp a sostegno dei Comuni. Gli Enti locali, infatti, non hanno né risorse finanziarie né competenze professionali per contrastare in maniera adeguata il fenomeno del randagismo e in molti casi per adempiere alle nuove previsioni normative”.
Altri 45 sindaci hanno chiesto “che il settore del randagismo venga assegnato alle Asp che hanno risorse economiche, unità di personale a disposizione come ad esempio i veterinari e una maggiore capacità, professionalità e competenza per affrontare il randagismo in Sicilia”, ritendendo i comuni “non più in grado di gestire” il fenomeno.