Il dono dell’olio, che alimenta la lampada votiva, che arde giorno e notte, sulla tomba di San Francesco d’Assisi, da parte delle regioni italiane è una tradizione antica, un segno di gratitudine e riconoscimento verso il santo, patrono d’Italia. Quest’anno a donare l’olio sarà proprio la Sicilia, un evento speciale a ben 21 anni di distanza dall’ultima volta.
La celebrazione che si svolge ogni anno ad Assisi, il 4 ottobre, è stata presentata ieri mattina a Palazzo d’Orleans, alla presenza di Stefania Proietti sindaco di Assisi, fra Massimo Travascio, custode della Basilica di Santa Maria degli Angeli, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla e monsignor Antonino Raspanti, presidente della Cesi.
Questa volta toccherà al sindaco di Palermo Roberto Lagalla accendere la fiamma, in rappresentanza di tutti i sindaci d’Italia. Le chiese siciliane doneranno circa mille litri di olio, mentre la Presidenza della Regione Siciliana stanzierà 20 mila euro per il restauro di due opere all’interno della Basilica, il dipinto a olio su tela raffigurante “L’apparizione di San Giuseppe a San Bonaventura” e “La Madonna sui luoghi della Passione”.
La scelta ricade proprio nel quarto centenario di Santa Rosalia, un “meraviglioso intreccio del destino” secondo il sindaco Roberto Lagalla, che insieme al Presidente della Regione Renato Schifani, ha ricordato l’eredità lasciata da Biagio Conte, il San Francesco palermitano: “Ha chiesto la massima attenzione ai poveri ed è lo spirito, che ci guiderà in questa meravigliosa celebrazione. Quando andai a trovare fratel Biagio, negli ultimi giorni della sua vita, gli promisi che mi sarei occupato dei poveri e degli ultimi della Sicilia, è quello che cerco di fare con il programma del mio governo”.
Schifani ha poi proseguito: “La Sicilia dopo venti anni sarà protagonista nella consegna di un olio che significa fratellanza, solidarietà e attenzione ai poveri nel solco dell’esempio di San Francesco. Valori che interpretiamo nella nostra azione di governo. Vivremo una giornata magica, in cui tutti i siciliani saranno protagonisti in questo spirito di attenzione ai poveri. La politica deve accompagnare i fatti alle parole governatore facendo in modo che chi non ce la fa possa trovare sostegno da parte delle istituzioni”.
Valori ribaditi anche dal sindaco Proietti, che da otto anni assiste “alla testimonianza dei profondi messaggi francescani come la pace e il dialogo, che sono universali e particolarmente sentiti in questo momento storico”.
“Celebrazioni dal valore squisitamente religioso e spirituale – racconta Monsignor Antonino Raspanti, presidente della Cesi – essendo San Francesco una figura di straordinaria grandezza e santità, persona che ci rimanda più di tanti altri alla figura di Gesù Cristo”.
La lampada votiva che arde sulla tomba di San Francesco
La lampada votiva sulla tomba di San Francesco ad Assisi è una tradizione, che risale ai primi tempi della sua conversione. Nel 1926, in occasione del VII centenario della morte del santo, fu realizzata una nuova lampada come simbolo dell’unità spirituale dell’Italia.
La lampada è alta 120 cm, in bronzo lucido e argento, con una croce centrale e una coppa semisferica che simboleggia il mondo. Sull’orlo della coppa sono incisi i versi di Dante: “Altro non è che di suo lume un raggio“. La fiamma rappresenta l’amore di Francesco per Cristo e l’unità dei comuni italiani nei valori religiosi e morali.
Ogni anno, a turno, una regione italiana offre l’olio per la lampada. San Francesco è oggi riconosciuto come uomo di dialogo, amore e pace. Il 4 ottobre, giorno della sua festa, è stata istituita “solennità civile e giornata per la pace, la fraternità e il dialogo fra le religioni”. Questa giornata è un’occasione per diffondere i valori e il messaggio di San Francesco.