Sicilia campionessa di potenziale solare: la nostra regione è seconda dopo la Lombardia per potenziale fotovoltaico, ma gode di una insolazione unica in Europa, un dettaglio che rende l’investimento in quest’ambito su terreno agricolo molto più competitivo rispetto a colture meno redditizie. Tutti i dettagli.
Nella graduatoria fotovoltaica dello studio “Verso l’autonomia energetica italiana: acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime”, realizzato da The European House Ambrosetti con l’A2A, il podio è occupato, in ordine, da Lombardia, Sicilia e Puglia.
La Sicilia ha un potenziale fotovoltaico ipotizzato intorno ai 12mila megawatt. Insieme alla Lombardia, ha le caratteristiche ritenute ideale per la creazione di centrali fotovoltaiche in modo intensivo. A monte, però, ci sono differenze economiche, geografiche e sociali tra le due regioni, che influiscono sulla posa dei possibili moduli fotovoltaici.
In Lombardia le installazioni solari si prestano soprattutto sui tetti dei capannoni industriale e delle case. Qui, peraltro, anche il terreno incolto ha costi molto elevati. In Sicilia c’è una condizione di insolazione unica in Europa, che corrisponde a una maggiore redditività del modulo solare. L‘investimento fotovoltaico su un terreno agricolo, dunque, è molto più competitivo rispetto a colture meno redditizie.
Il Mezzogiorno d’Italia si conferma come uno dei poli europei dell’energia. Soprattutto la Sicilia, in questo momento, salta spesso agli onori della cronaca per le nuove forme di energia, come nel caso della bioraffineria di Gela.
Le energie rinnovabili possono essere declinate in molti modi, dal solare, all’idroelettrico, passando dall’eolico e dall’agrivoltaico. A caratterizzarle, il fatto che le fonti rinnovabili non seguano una “pianificazione“, ma seguono i paesaggi e la natura.
Secondo lo studio Ambrosetti-A2A, Puglia, Sicilia e Sardegna (in quest’ordine) sono le regioni italiane più beneficiate dal vento: “Con 13.300 megawatt complessivi Sicilia, Puglia e Sardegna rappresentano il 63% dell’opportunità di sviluppo”. L’analisi sottolinea anche come in Sicilia, Puglia, Lombardia e Piemonte si concentra circa il 44% di produzione e il 43% di potenza di fonti elettriche rinnovabili addizionali.