Un gioiello architettonico a Santa Croce Camerina.
- In località Mezzagnone si trova un antico edificio risalente al VI secolo d.C.
- Già nel Cinquecento era famoso e conosciuto da Tommaso Fazello.
- Nel Settecento anche il pittore francese Jean Houel lo ritrasse.
Il nostro viaggio alla scoperta della Sicilia ci porta oggi alla periferia di Santa Croce Camerina, per scoprire un edificio del VI secolo d.C, con riutilizzi fino al X – XI secolo. Questo monumento si è conservato integralmente fino ad oggi, ma era famoso e conosciuto già nel Cinquecento da Tommaso Fazello. Nel Settecento il pittore francese Jean Houel lo ritrasse in una guache (un guazzo) e in una acquaforte, che oggi si trovano al Museo del Louvre a Parigi e all’Hermitage. Stando a quanto scoperto fino adesso, il Bagno Arabo di Mezzagnone sarebbe stato costruito e utilizzato dal VI secolo d.C. come una tomba monumentale e poi come un hammam, appunto, un bagno in età araba.
La storia e la funzione del Bagno Arabo di Mezzagnone
Un tempo questo edificio era noto come Mezzagnuni, o “U Dammusu”. Ha attraversato due fasi. La prima, di mausoleo, durante l’invasione dei Goti (V – VI secolo d.C.); poi quello di hammam islamico (X – XI secolo d.C.). La più antica descrizione di questo bagno fu firmata daTommaso Fazello nel 1558. Riporta che nella zona esistevano tre bagni, edificati a ridosso del percorso del fiume di Santa Croce. Di questi tre bagni purtroppo ne è rimasto solo uno, gli altri due sono stati smantellati ed i blocchi di pietra utilizzati per altre costruzioni. Inizialmente – ed erroneamente – il grande archeologo italiano Paolo Orsi giudicò tale costruzione come una chiesetta di origine bizantina. Quell’errore commesso da Paolo Orsi centoventi anni fa, venne perpetuato da Biagio Pace e dallo stesso Giovanni Di Stefano, complice la pianta a croce latina dell’immobile.
Gli scavi più recenti hanno rivelato che in realtà era inizialmente era una tomba, un mausoleo di una famiglia evidentemente molto importante, databile a poco dopo il 553 d.C., nel periodo della dominazione dei Visigoti in Sicilia. Gli arabi, dopo l’anno 852, vi apportarono diverse modifiche, aggiungendo altri vani e adattandolo a terme. Scavarono il pavimento dei due principali ambienti dove facero arrivare l’acqua a diverse temperature per creare un perfetto “tepidarium” ed un altrettanto funzionale “caldarium”. Da allora, il Bagno Arabo di Mezzagnone è arrivato fino a noi.
Foto: Ragusa Oggi