Salvatore Schillaci detto Totò (Palermo, 1º dicembre 1964) è un ex calciatore Siciliano, di ruolo attaccante.
Carriera
Messina
Nato e cresciuto nel quartiere popolare San Giovanni Apostolo, inizia a giocare nelle giovanili dell'AMAT Palermo[1] e nel 1982 viene notato e ingaggiato dal Messina, col quale disputa sette campionati tra Serie B e Serie C. È il calciatore che vanta più presenze (256, delle quali 37 in Coppa Italia) con la maglia giallorossa, secondo per quelle in campionato (219) solo allo storico capitano della prima promozione in A, Angelo Stucchi (235). Anche in fatto di gol segnati con i biancoscudati, con i suoi 61 centri in campionato sommati ai 16 gol in Coppa, Totò è secondo assoluto dopo Renato Ferretti, attaccante che negli anni '30 realizzò 89 reti.
Lanciato da Franco Scoglio, si afferma sotto la guida di Zdeněk Zeman, diventando capocanniere della serie cadetta con 23 gol nella stagione 1988-1989. Nel 1989 viene ingaggiato dalla Juventus insieme a Pierluigi Casiraghi.
Juventus
Il primo campionato di Schillaci in massima serie è ottimo: conquista il posto da titolare, e realizza 15 gol in 30 partite di campionato, contribuendo in maniera decisiva al successo dei bianconeri nella Coppa Italia contro il Milan e nella Coppa UEFA vinta in una finale tutta italiana contro la Fiorentina. Dopo il Mondiale del 1990, gioca ancora due stagioni con i bianconeri, ma mostra una crescente tendenza a sbagliare sottoporta e segna pochissimo. L'11 novembre del 1990, al termine di Bologna-Juventus, minaccia Fabio Poli (che durante la partita lo aveva provocato) al momento di uscire dal campo, dicendogli: "Ti faccio sparare" Verrà sommerso dalle critiche.
Inter
Nella stagione 1992-1993 passa all'Inter per nove miliardi di lire, con cui gioca due stagioni, siglando in totale 11 gol in 30 partite. Riguardo quest'esperienza il centravanti siciliano ha affermato che i suoi inizi a Milano furono buoni (e i rapporti con il presidente Pellegrini ottimi) ma che la mancanza di continuità e i problemi fisici gli impedirono di "sfondare".
L'avventura in Giappone
Nel 1994, prima del termine della stagione in Italia, decise di trasferirsi in Giappone per giocare con il Júbilo Iwata che gli aveva proposto un ottimo contratto a livello economico, segnando 56 gol in 78 partite. Primo calciatore italiano a militare nel campionato giapponese, si ritira dall'agonismo nel 1999 dopo un lungo infortunio che lo tiene lontano dai campi di gioco già dal 1997, anno in cui vinse la J-League
Nazionale
Con la maglia della Juventus si pone all'attenzione del selezionatore della Nazionale Azeglio Vicini, il quale convoca in azzurro l'attaccante rivelazione dell'anno, dopo che Cesare Maldini gli aveva dato la soddisfazione della prima convocazione come "fuori quota" dell'Under 21
Il Mondiale di Schillaci: Italia '90
Schillaci è inizialmente costretto a sedere in panchina come riserva di Andrea Carnevale, ma nell'incontro di apertura contro l'Austria, dopo essere entrato in campo nella seconda metà del secondo tempo, segna di testa il gol decisivo che permette agli azzurri di vincere la partita, sovrastando con notevole gesto atletico (lui di statura non propriamente elevata) i due imponenti difensori austriaci che lo pressavano da vicino al momento del cross di Vialli.
Da quel momento inizia l'epopea: pur non segnando contro gli Stati Uniti, Schillaci gioca un'ottima gara subentrando a Carnevale e, nell'ultimo impegno con la Cecoslovacchia (ancora unita), sigla una prestazione magistrale sbloccando il risultato e mettendosi in luce come migliore azzurro insieme a Roberto Baggio: i due si integrano alla perfezione in campo, diventando la coppia d'attacco fissa e relegando definitivamente Vialli e Carnevale in panchina.
Schillaci spinge la squadra azzurra, sbloccando il risultato con l'Uruguay (messo poi al sicuro dal raddoppio di Aldo Serena) e segnando l'unica rete necessaria a liquidare l'Irlanda. A quel punto "Totò" è un idolo per tutta l'Italia, paragonato al Paolo Rossi dei fortunati mondiali iberici del 1982.
In semifinale contro l'Argentina, gli azzurri, nonostante il vantaggio iniziale maturato proprio grazie ad una sua marcatura, vengono battuti ai rigori. Schillaci suscitò polemiche per essersi rifiutato di entrare nella cinquina dei rigoristi, venendo quindi meno, agli occhi dei critici, al ruolo di "uomo-squadra" che aveva fino ad allora incarnato.
Costretti ad accontentarsi della "finalina" per il terzo e quarto posto gli azzurri battono l'Inghilterra per 2-1. Schillaci, oltre a laurearsi capocannoniere del torneo con sei reti segnate, viene eletto migliore calciatore della manifestazione. I gol del mondiale Italia'90, ricordato come "Notti magiche" dal testo della canzone ufficiale della manifestazione interpretata dalla coppia Bennato-Nannini, gli valsero l'appellativo di "Totò-gol", e rimarranno indelebili nella memoria di tifosi e sportivi di tutta Italia, associati al bel gioco della Nazionale italiana che negli anni successivi ha stentato a riproporsi.
Dopo il ritiro
Dal 2000 gestisce a Palermo il centro sportivo per ragazzi Louis Ribolla ed è proprietario dell'U.S. Palermo srl, squadra che negli anni ha militato nelle categorie calcistiche regionali.[1]
Nel 2004 ha partecipato al reality show L'isola dei famosi. Alla fine del programma rimane da solo sull'isola con Kabir Bedi.
Nel 2008, grazie alla trasmissione televisiva Quelli che il calcio, viene tesserato dalla Leonessa Altamura, squadra dell'Eccellenza Pugliese che ha perso tutte le partite del campionato, con la quale disputa l'ultima partita del torneo.
A maggio del 2008, chiamato a deporre come teste dell'accusa in un processo alla cosca mafiosa della Noce, dà forfait per la seconda volta non presentandosi in aula, venendo per questo sanzionato dal giudice.
Interpreta il ruolo di un boss mafioso nella terza stagione della fiction Squadra antimafia – Palermo oggi. Le scene girate sono due, e la seconda è quella in cui muore
Fonte Wikipedia