Titolo di punta alla recente Festa del Cinema di Roma, il film “Eterno Visionario” di Michele Placido dedicato alla vita di Luigi Pirandello ha subito conquistato l’attenzione del pubblico e della critica.
Liberamente ispirato al libro di Matteo Collura, “Il gioco delle parti. Vita straordinaria di Luigi Pirandello” (Longanesi), il film ha rappresentato un vero viaggio emotivo e artistico anche per l’attore siciliano Giancarlo Commare, che sul set ha interpretato il figlio del celebre scrittore.
Originario di Castelvetrano, in provincia di Trapani, Giancarlo Commare ha vestito i panni di Stefano Pirandello, unico figlio del celebre drammaturgo agrigentino a seguire le sue orme artistiche.
Conosciuto al grande pubblico per il ruolo di Rocco Amato nella soap “Il Paradiso delle Signore”, Commare in questo nuovo progetto interpreta un personaggio sfumato e complesso, che vive all’ombra del padre.
Per Commare, impersonare la figura di Stefano è stato un percorso intricato, un ruolo in cui la sottrazione si rivela fondamentale. Come ha spiegato l’attore, la vera sfida è stata “voler dire qualcosa ma non riuscire a dirla, perché Stefano ha imparato a rimanere nell’ombra per rispettare la luce del padre”.
Questa figura, essenziale ma discreta nella vita di Pirandello, ha trovato nel giovane attore siciliano un interprete capace di esprimere tutta la profondità e il peso emotivo di un figlio che ha vissuto e lavorato nel rispetto e nella tutela dell’eredità paterna.
“È uno dei ruoli più complessi che abbia mai interpretato”, aggiunge Commare, lasciando intendere il legame profondo e l’intensità emotiva che lo ha coinvolto durante le riprese.
Per prepararsi al meglio, Commare ha approfondito lo studio del personaggio attraverso le lettere di Stefano Pirandello alla madre e ai fratelli, da cui emerge non solo la percezione di un figlio che viveva nell’ombra del padre, ma anche il dolore di non poter aiutare una madre in difficoltà.
“Eterno Visionario” esplora questo conflitto emotivo, portando sul grande schermo un racconto intimo e profondo, in cui il giovane Stefano è al contempo confidente e collaboratore del padre, un braccio destro silenzioso e fedele.
In una scena, che Commare ha descritto come particolarmente intensa ma rimasta fuori dal montaggio finale, Luigi Pirandello affida simbolicamente al figlio la propria eredità creativa dicendo: “Adesso tocca a te”.
Giancarlo Commare, nato nel 1991 a Castelvetrano, scopre la passione per la recitazione in una recita scolastica e debutta nel teatro come attore e primo ballerino nel 2008. Dal 2014 appare in varie serie RAI e Mediaset, tra cui “Che Dio ci aiuti” e “Don Matteo”.
Nel 2018 interpreta Edoardo Incanti in “Skam Italia”, raggiungendo una certa notorietà. Nel 2019 ottiene il ruolo di Rocco Amato in “Il paradiso delle signore”, che lo consacra al grande pubblico.
Esordisce come protagonista nel film “Maschile singolare” su Prime Video e ottiene riconoscimenti, tra cui il Fabrique du Cinema Award come miglior attore nel 2021.
L’ultima esperienza cinematografica ha permesso a Commare di riscoprire la figura di Luigi Pirandello, a cui aveva già reso omaggio dirigendo “Io sono A.N.D.R.E.A”, una pièce ispirata a “Uno, nessuno, centomila”.
“Pirandello mi ha sempre affascinato fin dai tempi del liceo, quando iniziai a studiarlo”, racconta l’attore, “grazie al film è possibile capire come la vita di Pirandello abbia influenzato le sue opere”.
L’autore agrigentino, infatti, era un visionario, capace di vedere i suoi personaggi come figure reali, di dialogare con loro, portando in scena la propria vita in una scrittura innovativa e profondamente personale.
Questa squadra di interpreti dà vita a un’opera intensa e profonda, capace di mettere in luce i conflitti e le fragilità di un genio come Pirandello. Michele Placido, con la sua direzione e un cast in prevalenza siciliano (tra cui l’attore ericino Marcello Mazzarella, la catanese Guia Jelo e la palermitana Dajana Roncione), ha creato un tributo vibrante e autentico alla vita e all’arte di Pirandello, regalandoci un film che racconta non solo l’uomo, ma il suo mondo interiore, i suoi legami, le sue ispirazioni.
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