Siracusa ha aperto la stagione degli spettacoli classici con un trionfale sold-out da 4600 spettatori e otto minuti di applausi per il debutto di “Prometeo” di Eschilo, tradotto dal cantautore Roberto Vecchioni e diretto da Leo Muscato. Alessandro Albertin, protagonista dell’opera, e Vecchioni stesso hanno ricevuto un’ovazione alla fine della rappresentazione.
Vecchioni appassionato grecista
Vecchioni, noto per la sua sensibilità artistica e lunga carriera musicale, è anche un appassionato grecista e ha tradotto l’opera senza l’ausilio di un vocabolario, immergendosi totalmente nelle emozioni e nella sensibilità del testo. “Mi sentivo in un teatro del quinto secolo a.C., davanti al mare”, ha dichiarato il cantautore.
La tragedia di Eschilo più politica
La traduzione del “Prometeo” di Eschilo è stata affidata a Vecchioni dalla professoressa Margherita Rubino per conto dell’Inda. Il cantautore ha letto il greco sin dai 10 anni e lo ha insegnato per 40 anni. “Questa è forse la tragedia di Eschilo più politica”, ha affermato Vecchioni, che ha evidenziato il confronto tra potere e contropotere, e l’attualità della figura di Prometeo, il primo dio che si emoziona e ama gli uomini.
“La cosa più bella che mi sia mai capitata”
Nel suo lavoro come traduttore, Vecchioni ha spiegato di aver tradotto l’opera in pezzi, iniziando dai cori, e di aver impiegato solo un mese invece dei quattro previsti. Riguardo all’eventualità di creare musiche per l’opera, il cantautore ha dichiarato che sarebbe stato molto più difficile, poiché non si hanno riferimenti per le musiche dell’epoca. Vecchioni, autore di canzoni di successo come “Luci a San Siro” e “Samarcanda”, ha sottolineato la grande consolazione di immergersi in qualcosa che si ama profondamente. “Mi ritengo molto fortunato”, ha affermato il cantautore, “ogni sera mi sentivo veramente appagato”. E sulla felicità, citando Aristotele, ha aggiunto: “Questa esperienza per il teatro di Siracusa è la cosa più bella che mi sia mai capitata dopo i miei figli e mia moglie…”