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Quante volte abbiamo sentito parlare della spada di Damocle? Si tratta di un’espressione che si utilizza per indicare un pericolo incombente o del quale non si può prevedere la concretizzazione. Ciò che non tutti sanno, è che l’origine di questo modo di dire ci porta in Sicilia. Torniamo, dunque, a parlare di miti e leggende siciliane, facendo tappa a Siracusa, città ricca di racconti in tal senso. Scopriamo, dunque, chi si cela dietro la famosa spada di Damocle. Secondo quanto racconta Cicerone, Damocle era un membro della corte di Dionigi I, tiranno di Siracusa. Egli era solito sostenere, in presenza del tiranno, che il sovrano fosse una persona fortunata, poiché disponeva di potere e autorità. Dionigi, allora, gli propose uno scambio: prendere il suo posto per un giorno, così da poter assaporare quella fortuna. Damocle accettò, ma le cose non andarono esattamente come si potrebbe immaginare.

La sera, infatti, si tenne un banchetto, durante il quale Damocle potè provare i piaceri dell’essere un uomo potente. Soltanto al termine della cena, però, notò un particolare per nulla irrilevante. Sopra la sua testa c’era stata, per tutto il tempo, una spada sostenuta soltanto da un esile crine di cavallo. Era stato Dionigi a farla sospendere sul suo capo, per fargli comprendere che il ruolo di tiranno lo esponeva continuamente a grandi minacce per la sua incolumità. Subito Damocle perdette ogni piacere per il cibo e tutto ciò che aveva intorno, e chiese al tiranno di terminare lo scambio. Non voleva più essere così “fortunato”.

In questo modo, dunque, l’espressione “spada di Damocle” è diventata un modo di dire che si riferisce alla presenza di un pericolo. Un rischio che, nel caso di Damocle letteralmente, incombe sulla testa di qualcuno. Ancora oggi è molto utilizzata. Una piccola curiosità: l’asteroide “5335 Damocles” deve il suo nome proprio dal protagonista di questo racconto.

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