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Con l’ausilio dell’intelligenza artificiale è nata una “collaborazione” (ovviamente finta) tra Franco Battiato e Brigantony, “La stagione da scacciata“, che rivisita un classico del Maestro Battiato “La stagione dell’amore“.

Il brano, diffuso attraverso YouTube, ha suscitato reazioni contrastanti. Nelle intenzioni dei creatori, viene precisato, “Questa canzone non intende urtare la sensibilità di nessuno, ne ha alcuno scopo di lucro o promozionale, vuole essere solo un omaggio doveroso e un gesto d’amore nei confronti di due grandi artisti che non ci sono più, che ci mancano e che vivranno per sempre nel cuore dei siciliani e del resto del mondo”.

Partendo da queste premesse, non vogliamo qui esprimere un giudizio, ma riportare la notizia, perché è sempre interessante venire a conoscenza degli usi e delle applicazioni dell’intelligenza artificiale. Siamo certi del fatto che aprirà un bel dibattito.

Nel caso di Battiato e Brigantony, la tecnologia ha fatto incontrare le loro voci: non è il primo caso del genere e, sempre più spesso e in tutto il mondo, non sono mancati veri e propri “show” che hanno “riportato sul palco” artisti che non ci sono più.

La canzone e il testo

“La stagione da scacciata” è accompagnata da un racconto di fantasia, dedicato alla sua ipotetica storia: “Un giorno di dicembre del 1989, Brigantony e Franco Battiato, si diedero appuntamento in un bar di Viagrande, proprio a metà strada tra Catania e Milo. Non si erano mai visti prima di persona, ognuno sapeva dell’esistenza dell’altro, le loro carriere avevano percorso strade decisamente distanti eppure in qualche modo parallele, senza incrociarsi mai prima di quel momento”.

Si trovarono da subito bene insieme, nonostante fosse evidente ad entrambi l’impressione di venire da due pianeti differenti. Parlarono a lungo di tutto, dalla metafisica alla sasizza, dai dervisci che girano alla tarantella, risero dell’appellativo di Maestro che era stato affibbiato ad entrambi dal pubblico e furono senz’altro d’accordo sul fatto che fosse meglio un imbianchino di Le Corbusier. Spinti da questa amicizia appena nata, decisero di incidere un brano assieme”.

“Si trattava di una rivisitazione in chiave parodistica di un classico di Battiato del 1983: La stagione dell’amore. In studio di registrazione si lasciarono ispirare dai profumi di quel bar a Viagrande dove si erano conosciuti e l’essenza di Scacciata si spandeva inebriante per tutto il locale. Fu così che nacque “La stagione da scacciata”, prima ed unica collaborazione tra i due massimi artisti etnei, la cui uscita era prevista per il natale del 1990″.

“Poi però il fato avverso volle che quelle registrazioni fossero rovinate da un tremendo terremoto il 13 dicembre di quell’anno, che rese il materiale audio inutilizzabile, e il brano non venne mai pubblicato. Sconfortati da quell’evento catastrofico i due cantanti decisero di comune accordo di “levarici manu” e proseguire le loro strade mantenendo soltanto il ricordo di un’amicizia breve ma intensa. Oggi grazie all’ausilio delle tecnologie più all’avanguardia e dell’intelligenza artificiale siamo stati finalmente in grado di ricostruire quel brano mitologico partendo dai nastri originali rovinati, in modo che anche tutto il pubblico possa goderne”.

Ed ecco il testo del brano:

La stagione ra scacciata veni ie va
di sti tempi si l’accattanu
tutti pari, con l’angiova
Su pensi ca a spinnutu mali li to soddi
leviti di ccà,
non turnari cchiu mai
La stagione ra scacciata veni ie va
all’improvviso pi Natali,
ti fa cori, te l’ammuccherai
Ma su bboni tuttu l’annu
ca tuma
alivi e i brocculi, i patati e tu
Mangiare questa scacciata
mi farà intuppare il cuore
ondate di acidità
Mi tormentano
i cavolfiori affogati
non li digerisco mai
La stagione ra scacciata finirà
e iu mi scantu ca m’arrestunu
l’arancini, friddi intra o’ bar
Su pensu a quanta genti ca ma dari
i soddi
ca non tonnerà, non ritonnerà più
Mana futtutu sti bastaddi
arrubbannuli,
si mmuciavunu, ammuccavunu e tu
Mangiare questa scacciata
mi farà intuppare il cuore
ondate di acidità
Mi tormentano
i cavolfiori affogati
non li digerisco mai
La stagione ra scacciata veni ie va
ormai passau
e non cinn’è cchiu
ca sasizza, pecchè bella sa
Me le ho mangiate tutti io
a facci di cui
non si ‘ccattau, e ora i ceccano, tiè

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