L’opera in stucco di Serpotta torna a splendere.
- Sarà la Statua del Re di Procopio Serpotta a inaugurare il Festival RestART.
- Si comincia venerdì 2 luglio, alle ore 17, all’Oratorio dei Bianchi.
- Un’opera d’arte davvero unica, che adesso si può ammirare.
Si prospetta un’estate di scoperte ed eventi a Palermo, con il Festival RestArt, che aprirà in notturna i siti più suggestivi, proponendo anche alcuni appuntamenti molto speciali. A inaugurare sarà un’opera d’arte ritrovata, un capolavoro tornato a splendere grazie al restauro promosso dagli Amici dei Musei Siciliani, reso possibile grazie al contributo della Fondazione Sicilia. Si comincia venerdì 2 luglio, alle ore 17, presso l’Oratorio dei Bianchi, che ospita la prestigiosa opera in stucco. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Statua del Re, un’opera straordinaria
«La figura di un re – dice Bernardo Tortorici di Raffadali, Presidente degli Amici dei Musei Siciliani ed organizzatore di RestArt – che si rialza e mostra tutto il suo splendore simbolicamente rappresenta la città che riparte mostrando la sua bellezza. Non poteva esserci momento migliore per presentare questo importante restauro che l’inizio di questa nuova edizione di RestART e voglio ringraziare la Fondazione Sicilia ed il Polo di Palazzo Abatellis per aver voluto condividere questo progetto che certamente contribuirà alla valorizzazione dell’oratorio dei Bianchi ed arricchirà ulteriormente la fama della famiglia Serpotta». Scopriamo insieme le curiosità sulla statua.
Cosa rende unica la statua di Serpotta
La Statua del Re si presenta nella nuova collocazione all’Oratorio dei Bianchi. Realizzata in stucco, poggia sul suo piedistallo su cui è incisa un’iscrizione oggi lacunosa, che riporta la data 1727, il nome del probabile committente e il nome dell’autore, Procopio Serpotta: “1727…Procopius Serp… fecit“. L’insieme supera in altezza i due metri, enfatizzati dalla visione dal basso del nuovo allestimento espositivo. La Statua del Re si presenta come una figura virile in abbigliamento militare da cerimonia con corazza e gorgiera, la mano al fianco e l’altra a impugnare il bastone, rivolto verso l’esterno in basso. Nel corso delle demolizioni per il taglio del secondo tronco di via Roma, l’opera e il suo piedistallo pervennero all’antico Museo Nazionale, tratti in salvo dalla nicchia sormontante il portale di ingresso della così detta “Casa del Re”, edificio identificato con la statua stessa. Al museo l’opera fu esposta insieme a stucchi ed altri elementi di decorazione architettonica serpottiani, fra cui quelli provenienti dalla Chiesa delle Stimmate. Per saperne di più, potete cliccare sul box sottostante.