Dopo circa un mese di silenzio sulla vicenda, si torna a parlare della statua di San Filippo che lacrima ad Agira, nell’Ennese. Il primo “episodio” si è verificato nel mese di luglio, poi è successo due volte a settembre. Il parroco è stato costretto a chiamare i carabinieri, perché controllare la folla.
Intorno alle ore 18, quando si è sparsa la voce, molta gente ha invaso la chiesa. Le forze dell’ordine sono state allertate anche per consentire agli uomini dell’Arma di assistere al fenomeno di persona.
La Curia aveva aperto un’istruttoria per verificare la veridicità di quanto accaduto. Anche la Chiesa ortodossa, che venera San Filippo d’Agira, è interessata a quanto accade. In generale, comunque, sulla vicenda si continua a mantenere il massimo riserbo.
Né il vescovo, né i sacerdoti hanno rilasciato dichiarazioni e la sacrestia dove si trova la statua è rimasta chiusa al pubblico. In chiesa, dove si trova l’urna con le reliquie, c’è stato un continuo pellegrinaggio, con fedeli che arrivavano anche dalle province di Catania e Messina.
«Non capisco il perché di tanto riserbo – dice il sindaco di Agira, Maria Greco – alcuni che hanno assistito alla lacrimazione avvenuta il 20 settembre scorso, avrebbero raccontato di altre due episodi avvenuti a fine luglio e inizio settembre».