Chi è Stefania Auci: biografia e carriera della scrittrice siciliana diventata famosa grazie ai libri de I Leoni di Sicilia. Dove è nata, quanti anni ha, cosa ha scritto, che lavoro fa oltre a quello di scrittrice. Quanti sono i libri della saga dei Florio, tutte le curiosità.
Stefania Auci nasce a Trapani il 21 novembre del 1974, quindi ha 48 anni. Frequenta il liceo classico Ximese nella sua città, quindi prosegue con gli studi universitari a Palermo: nel capoluogo si laurea in Giurisprudenza. Inizia quindi a lavorare in uno studio legale, prima di dedicarsi all’insegnamento. Lavora come insegnante di sostegno a Palermo.
Fin dai tempi universitari si diletta nello scrivere. Il suo primo romanzo si intitola Florence e viene pubblicato nel 2015. Esce invece due anni dopo, cioè nel 2017, il saggio La cattiva scuola, scritto con Francesca Maccani. Il vero successo arriva nel 2019, con la pubblicazione de I Leoni di Sicilia.
I diritti, prima ancora che il romanzo fosse nelle librerie italiane, sono stati venduti negli Stati Uniti d’America, in Germania, Francia, Paesi Bassi e Spagna. Nel nostro Paese il romanzo esce per l’Editrice Nord e vince il Premio Nazionale Rhegium Julii nella categoria narrativa. Il sequel esce nel 2019 e si intitola L’inverno dei Leoni: è una continuazione del precedente volume e vale alla scrittrice siciliana il Premio Bancarella del 2022.
“Ho iniziato a scrivere L’inverno dei Leoni quando il primo volume non era ancora uscito, ma sono entrata nel vivo soltanto nel periodo del lockdown, quando ho avuto più tempo a disposizione per dedicarmi alla scrittura”, racconta Stefania Auci in un’intervista a Il libraio.it.
Quindi aggiunge: “Scrivere questo libro è stata una prova psicologica importante. Ho dovuto fare i conti con determinati aspetti di me stessa, con le mie paure, con il mio senso di finitezza e di inadeguatezza”.
“Ho dato l’anima per questa storia. La scrittura è un processo impegnativo e logorante, che serve per mettersi a nudo e per dissimulare, ti costringe a scoprire qualcosa di te mentre ti nascondi. È come se avessi posto all’interno dei personaggi un Horcrux che mi appartenesse. E questo mi ha spiazzato, mi ha scarnificato, mi ha messo davanti alla persona che sono e alle mie capacità. Ma mi ha anche permesso di tirare fuori il meglio di me”.
I Leoni di Sicilia ha avuto uno straordinario successo (più di cento settimane in classifica, pubblicato o in corso di traduzione in 37 Paesi). Nel libro, Stefania Auci narra con passione le vicende dei Florio fino alla metà dell’Ottocento. Una passione che attraversa anche L’inverno dei Leoni, seconda e conclusiva parte della saga. Dai romanzi è stata tratta una serie per Disney+.
Il primo libro della saga si propone di raccontare le vicende della famiglia dei Florio, divenuta nella Palermo dell’800 una dinastia di armatori, imprenditori del vino, della conservazione del pesce, della ceramica, del turismo, protagonisti di un’epoca d’oro dello sviluppo economico della Sicilia. Ogni capitolo, (ciascuno con un titolo iconico che richiama al tema portante: Spezie, seta, cortice, zolfo, pizzo, tonno, sabbia) si apre con un proverbio tipico siciliano.
A conclusione del secondo libro della saga, quando le viene chiesto in un’intervista “Come ha salutato i suoi personaggi?”, Stefania Auci risponde: “Sono andata in uno dei luoghi più significativi dei romanzi, mi sono fermata lì, e mi sono messa a pensare. Ho camminato, ho osservato quel mondo che mi ha fatto compagnia per tanti anni, quel mondo che ho studiato e conosciuto così bene, e mi sono detta che era arrivato il momento di iniziare a dimenticarlo. Ma poi ho capito che era impossibile. Perché certi amori non possono essere dimenticati. Restano dentro, come un cuore di pietra che batte accanto a quello di carne”.
Per quanto riguarda la sua vita privata, Stefania Auci racconta in un’intervista al Corriere della Sera che il marito è un funzionario pubblico e che è mamma di due figli adolescenti: “Nuoto, lavoro a maglia, seguo i miei due figli adolescenti. A modo mio. Una volta, durante una delle infinite lezioni in Dad, ho preso il gatto di casa e l’ho messo davanti al computer. Anche su Instagram se si va a vedere le foto che pubblico, molte sono anticonvenzionali. Faccio le smorfie, mi faccio i selfie. E allora?”.