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Sai qual è la storia dello stemma della città di Palermo? Oggi la scopriremo insieme.

È costituito da uno scudo con lo sfondo rosso, timbrato dalla corona di città, al centro del quale si trova un’aquila con le ali aperte, di colore oro, che regge con gli artigli la scritta “S.P.Q.P.”.

La storia dello stemma di Palermo

Non si conosce con sicurezza quale sia l’origine dello stemma della città. Alcune fonti lo fanno risalire a una concessione del 1154 di re Guglielmo I di Sicilia.

Altre, invece, lo ricollegano all’epoca romana. Quest’ultima ipotesi è stata fatta propria dal prefetto della città a cui, alla fine del 1860, il governo italiano chiese informazioni circa quello stemma.

L’ipotesi di origine romana risale quasi certamente all’età umanistica e per la prima volta compare nell’opera del 1470 “De auctore e primordis ac progressu felicis urbis Panormi“, il cui autore è il palermitano Pietro Ranzano.

Stando ad altre fonti, all’epoca in cui Palermo era divisa in 5 quartieri (nei secoli XIV e XV), l’aquila romana sarebbe stata il simbolo del solo Cassaro. L’aquila finì per prevalere su tutti gli altri.

Le testimonianze più antiche dell’uso dello stemma risalgono all’epoca normanna. Sono relative al mosaico della Sala della Fontana della Zisa e ad una scultura presente all’esterno della Cattedrale.

L’Ottocento

Nell’Ottocento lo stemma, mantenendo il simbolo dell’aquila, assunse le forme più diverse. Per stabilire quale fosse quindi la forma corretta dello stemma di Palermo il sindaco Domenico Perani istituì, il 6 marzo 1873, una commissione di esperti. Questi avevano l’incarico di «definire le divergenze sulla forma dello stemma e assodare una volta coi lumi della storia quale effettivamente debba essere».

Il parere della commissione, presentato il 2 settembre, fu che lo stemma avesse origini romane e che i colori dovevano essere l’oro per l’aquila ad ali aperte e il rosso per lo sfondo. Di conseguenza ne venne dipinto un esemplare su tavola che fu appeso nella sala del Palazzo Comunale, questa raffigurazione è comunque, attualmente, andata perduta.

La relazione relativa venne pubblicata sulla Gazzetta Municipale il 23 settembre.

In seguito il Palizzolo Gravina nella sua opera “Il Blasone in Sicilia”, pubblicata dal 1871 al 1875, ne diede la seguente definizione: «Di rosso, con l’Aquila d’oro, coronata del medesimo, afferrante con gli artigli una lista di bianco caricata con le lettere S.P.Q.P romane di nero».

In occasione dell’Esposizione Nazionale del 1891 lo stemma venne ridisegnato da Damiani Almeyda. In questa versione in seguito apparirà sulle vetrate delle porte del Palazzo delle Aquile, ed è questa rappresentazione, anche se non rispondente alla blasonatura ufficiale per la mancanza del cartiglio (la sigla SPQP venne infatti inserita direttamente nello sfondo dello stemma).

Lo Stemma oggi

Nel 1999 lo stemma venne ridisegnato dallo studio di Paolo Di Vita con la consulenza storica del professore Rosario La Duca. Ciò si rese necessario anche per ovviare alle difformità riscontrate nell’utilizzo dell’emblema comunale, con raffigurazioni in cui non era presente la lista riportante l’SPQP, la corona civica o in cui il campo risultava partito di oro e di rosso.

Il 30 dicembre 1999 venne presentato, dal sindaco Leoluca Orlando, il nuovo stemma risultante da un redisegn più rispettoso della definizione ufficiale. Questo nuovo stemma rispetta la figura classica dell’aquila, quale simbolo della città, caricando i due colori (rosso e giallo) presenti e utilizzando per il motto SPQP il carattere Gill Sans, gli artigli dell’aquila spariscono dietro il cartiglio.

Da esso è stato ottenuto anche il relativo logo ufficiale sostituendo allo scudo sannitico un quadrato, anch’esso di rosso.

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