Con il termine stitichezza o stipsi si intende la diminuzione delle evacuazioni, del volume o del peso delle feci, con necessità di sforzarsi per poter evacuare, senso di evacuazione incompleta, necessità di utilizzo di clisteri, supposte o lassativi per mantenere la regolarità intestinale ecc. Tenendo presente che la frequenza con cui si va di corpo varia da persona a persona, è importante verificare eventuali cambiamenti improvvisi delle proprie abitudini, specialmente se la stitichezza è accompagnata da altri sintomi (es. dolori addominali, perdite di sangue, dimagrimento, febbre, diarrea). La stitichezza è più comune nelle donne che negli uomini e si aggrava in gravidanza e prima delle mestruazioni a causa degli aumentati livelli di ormoni femminili nel sangue. L’aumento della stipsi con l’avanzamento dell’età è legato a situazioni come la maggiore immobilità, la diminuzione dell’attività fisica, la riduzione dell’assunzione di cibo e i molti farmaci che la maggior parte degli anziani utilizzano.
CAUSE: La stipsi ha svariate cause: lo stile di vita occidentale, con i suoi ritmi frenetici e con una dieta povera di fibre, contribuisce alla sua insorgenza. Spesso è originata però da problemi ben più seri (es prolasso della parte terminale dell’intestino o altre alterazioni organiche o funzionali dell’intestino). Altre volte, all’origine della stitichezza ci sono malattie che interferiscono solo indirettamente con la funzionalità intestinale (es. diabete, ipocondrismo). Tra le altre cause della stipsi: il poco esercizio fisico, troppi purganti che possono provocare, in un certo tempo, l’inerzia dell’intestino, problemi neurologici (es. morbo di Parkinson o sclerosi multipla), effetti collaterali dei farmaci (in particolare: antidolorifici, narcotici, antidepressivi, certi diuretici, composti del ferro o idrossido di alluminio, farmaci cardiologici e calcio-antagonisti), anoressia, bulimia, carcinoma del colon, raramente indebolimento delle funzioni nervose e muscolari dell’intestino.
SINTOMI: Il sintomo più immediato della stitichezza riguarda la quantità delle feci emesse durante l’evacuazione che è troppo scarsa, con consistenza tendenzialmente dura, oltre al fatto che i singoli frammenti hanno una forma bitorzoluta. Se l’evacuazione delle feci avviene meno di 3 volte a settimana, c’è un rallentamento del transito intestinale, quindi si soffre di stipsi. Altri sintomi frequenti sono: tendenza a spingere durante l’evacuazione, falso bisogno di evacuare, sensazione di svuotamento incompleto, dolore alla pancia e gonfiore addominale.
DIAGNOSI: La diagnosi di stipsi si basa su un esame digitale della zona ano-rettale, che può fornire indizi per l’identificazione della causa del problema. L’esame dell’intestino, sia con endoscopio flessibile (colonscopia), che mediante una radiografia con bario (Rx clisma opaco) può aiutare a individuare il problema, escludendo patologie che causano la stitichezza (es. polpi, tumori, malattia diverticolare). Se viene identificato un problema anatomico, il trattamento può essere mirato alla correzione di tale anomalia. Altri test possono identificare specifiche cause funzionali per indirizzare il tipo di trattamento (es. esami radiologici con marcatori per lo studio del transito intestinale, in cui il paziente ingoia una capsula contenente dei marcatori che sono visualizzabili nelle radiografie effettuate più volte nell’arco di diversi giorni, potrebbero fornire indizi utili riguardanti dei disturbi della funzionalità muscolare intrinseca dell’intestino). Altri test fisiologici che valutano la funzione dell’ano o del retto possono includere la valutazione dei riflessi dei muscoli anali che controllano l’evacuazione, utilizzando un piccolo catetere di plastica (manometria anorettale), o delle radiografie che permettono di valutare la funzione dell’ano o del retto durante la defecazione.
CURA NON FARMACOLOGICA: Percurare la stipsi è fondamentale modificare l’alimentazione, adottando una dieta ricca di fibre (soprattutto verdura e frutta), sostituendo il pane e la pasta raffinati con cereali integrali (frumento e farro in chicchi, pane integrale, pane con farina di farro o kamut), consumando orzo in grani, pane d’orzo, frise e germogli d’orzo. I pasti devono essere consumati a intervalli regolari e senza fretta, senza mai saltare la colazione, ma facendola abbondante e in tranquillità. E’ importante fare attività fisica di media intensità (es. camminare per un’ora al giorno o praticare attività più intense, come il nuoto, la bicicletta e la corsa, per 30 minuti). Infine, bisogna analizzare la propria situazione emotiva e psicologica per capire se è il caso di curare di più la propria funzione intestinale, tenendo presente che lo stress, l’ansia, gli stimoli emozionali, la paura e l’aggressività alterano la motilità gastrica e intestinale. Chi soffre di stitichezza lieve non ha bisogno di lassativi.
CURA FARMACOLOGICA: Se, pur modificando la dieta e lo stile di vita, si continua a soffrire, il medico può consigliare lassativi o micro-clisteri sempre per un breve periodo. I lassativi per uso orale sono in commercio in forma liquida, compresse, polvere e granuli idrosolubili, con diversi meccanismi di funzionamento (es. gli integratori di fibre aumentano la massa delle feci e le ammorbidiscono, gli stimolanti causano contrazioni ritmiche dell’intestino, i lassativi emollienti, che lubrificano le feci e prevengono la disidratazione, sono consigliati dopo il parto o gli interventi chirurgici).
Caterina Lenti