L'origine etimologica del termine ‘Vallo’ è stata ampliamente discussa e non ancora conchiusa. Si pensa che derivi da un termine arabo, il più delle volte identificato nel vocabolo wālī. Tuttavia il termine definisce le magistrature preposte alle province e non le province stesse, chiamate invece wilāya. Per lo studioso e orientalista Michele Amari, ‘vallis’ sarebbe da interpretarsi come traduzione in lingua latina del termine ikrim, dal significato indistinto di ‘territorio’.
Il primo documento di cui si abbiano accenni dell’origine storica del Vallo di Mazara, risale al 1203, in un diploma redatto sotto la reggenza di Gualtiero di Palearia, tutore del giovanissimo Federico II di Svevia, che all’epoca aveva nove anni. Si presume in realtà che la sua origine fosse molto più antica, e che ricalcasse a grandi linee i confini della vecchia provincia Lilibetana.
Mediante le Costituzioni di Melfi, nel 1231, Federico suddivise il Regno delle Due Sicilie, in due macro-aree, assumendo quale riferimento la città calabrese di Roseto. Sicilia e Calabria costituirono dunque la prima di tali aree, che venne poi ripartita anche in quattro giustizierati. In Sicilia, i giustizierati erano due, e vennero istituiti sulla base della ripartizione geografica originaria sin dall’Antichità, e costituita dai due fiumi Imera: si ebbero così il giustizierato ‘Sicilia citra flumen Salsum’ e il giustizierato ‘Sicilia ultra flumen Salsum’, usando il Faro di Capo Peloro come riferimento.
Le maggiori città del Vallo appaiono anche nel potentato originario di Abd Allah ibn Makut, non è dunque difficile ipotizzare che abbia origini antecedenti alla prima organizzazione del Regno di Sicilia, di Ruggero II, nel 1130. Tuttavia, nella sua estensione originale territoriale di ben 11.000 km2 (era il Vallo più grande), che comprendeva le odierne provincie di Agrigento, Trapani, Palermo e Caltanissetta al centro, divisa a metà col Val di Noto, la città di Palermo se ne staccò presto, per via dei privilegi che le furono concessi quale sede della coorte del Regno e in seguito, come sede di un governatorato autonomo.
La dinastia sveva lasciò il posto a Carlo I d'Angiò, designato Re di Sicilia nel 1265. Il neoincoronato re, provvide nuovamente ad accentrare le funzioni nelle due circoscrizioni federiciane, diminuendo le competenze che erano state affidate in passato a quelle più piccole. Dopo la Guerra del Vespro, con la riforma di Pietro I, il Vallo di Mazara vide perdere il territorio agrigentino, che divenne Vallo di Girgenti, e la Contea di Geraci, a cui vennero assegnate le aree di Cefalù e Termini Imerese.
Nel 1583, il viceré Marcantonio Colonna riorganizzò l'amministrazione siciliana ridisegnando i confini di tutti i Valli, riducendoli a tre. Il Vallo di Mazara ri-ottenne quasi i suoi confini originari; tornò dunque a comprendere nuovamente anche i territori sotto i giustizierati aragonesi di Girgenti e Geraci, e vennero istituite inoltre quarantadue comarche. Le odierne provincie di Trapani, Agrigento e Palermo finirono nuovamente, seppur ridimensionate, sotto il suo controllo, fino al 1812, quando il Vallo verrà diviso nelle circoscrizioni minori di Mazara, Trapani, Alcamo, Sciacca, Palermo, Termini, Cefalù, solo per citarne alcune.
Il resto del territorio siciliano ricadeva sotto il controllo dei Valli di Demone e di Noto, situati presso le attuali province di Messina, Enna e Catania l’uno e di Enna, Ragusa, Catania, Caltanissetta e Siracusa l’altro. La città di Catania rimase sempre a cavallo; contesa nei secoli, il suo confine venne di volta in volta attribuito al fiume Dittaino o al Simeto, e ancora all’Amenano o al Longane; l’ultima estensione la vide parte del Val di Noto.
Il territorio dove si insediava il Vallo di Mazara, probabile insediamento militare già in età islamica, è caratterizzato da rocce sedimentarie e calcareniti, ed è tra le aree più ricche di minerali della Sicilia. Essendo anche il Vallo sotto la cui giurisdizione erano finiti la maggior parte dei territori, a esso appartenevano numerosi porti naturali, tra cui ad esempio lo Stagnone di Marsala.
La sua vegetazione è caratterizzata da conformazioni vegetali di macchia mediterranea, con una massiccia presenza di piante esotiche, trapiantate qui dagli Arabi, che le portarono con sé dal Nordafrica. Le maggiori città erano site lungo la costa, sebbene non mancassero grossi centri anche in zone più interne.
Autore | Enrica Bartalotta