All’ombra di Monte Pellegrino, il gigante che veglia su Palermo, c’è una delle località più amate del capoluogo. La sua spiaggia è meta irrinunciabile per l’estate, con la sabbia e il golfo che rappresentano una celebre immagine da cartolina. La fama di Mondello borgo marinaro è innegabile. La sabbia e fine, l’acqua bassa. Prima di arrivare alla spiaggia, si cammina tra le ville in stile Liberty, una delle maggiori espressioni dell’Art Nouveau in Italia. Ci sono, poi, le barchette ormeggiate, un paesaggio tradizionale, ma che non perde mai il suo fascino. Non tutti lo sanno, ma questo piccolo paradiso terreno non è sempre stato così. Ecco come era un tempo e come è diventato ciò che vediamo oggi.
Nei secoli della dominazione araba, il borgo marinaro si chiamava Marsa ‘at Tin (Porto del Fango, per il terreno acquitrinoso). Nell’estremo lembo settentrionale del golfo venne creato un piccolo villaggio di pescatori, di cui rimangono ancora alcune testimonianze storiche. Nella piazza centrale ci sono ancora il porticciolo e le due antiche torri. Queste, nel Quattrocento, divennero delle torri di guardia del “Fico d’India”. Nel XVIII secolo la città di Palermo era un importante centro del bacino mediterraneo per i traffici economici: vi sostavano o abitavano numerosi nobili. Proprio loro videro in Mondello un ottimo luogo per l’edificazione di ville di lusso. Così sorsero oltre 250 ville, tra cui 10 di notevole importanza. Ed ecco cosa accadde in seguito.
L’attuale spiaggia di Mondello ancora non esisteva e parte dell’entroterra era territorio fangoso. Per circa due secoli il golfo rimase una zona paludosa. Nel 1891 ebbe inizio l’opera di bonifica del cosiddetto “pantano”, grazie all’intervento del principe Francesco Lanza di Scale. In seguito al lavoro di drenaggio delle acque paludose ebbe inizio un progetto di sfruttamento di tali terreni. Sarebbero diventati un nuovo sbocco per la città di Palermo. Dopo il risanamento, crebbe il processo di espansione. Dal 1912 la frazione si trasformò in sede di nobili e borghesi. Così costruirono diversi circoli esclusivi e nobiliari, oltre a ville lussureggianti, che valorizzarono giardini e bellezze naturali. Secondo il re Ferdinando di Borbone era «un angolo di paradiso terrestre».
Nel 1906 l’imprenditore milanese Luigi Scaglia restò incantato dalla bellezza del luogo e presentò un progetto. Nel frattempo, su “La Sicile Illustrèe” venne pubblicato un articolo dal titolo “Grandioso progetto per l’avvenire di Mondello”, a proposito di quella proposta. Secondo la società milanese, quello di Palermo era un lido superiore alle più famose località europee e con un lungomare più bello della nota Promenade des Anglais di Nizza. Attraverso un atto di vendita del 1910, la società belga “Les Tramways de Palerme” ottenne dal Demanio dello Stato la cessione di circa 280 ettari di terreno. In cambio avrebbe fornito una serie di servizi e strutture per la realizzazione di una stazione balneare di prim’ordine, nel rispetto di un compromesso con il Comune di Palermo del 1906.
Fu l’architetto Rudolf Stualker a progettare il famoso Stabilimento di Mondello. Disegnò un’ampia piattaforma su piloni immersi nell’acqua. Quel lavoro era stato originariamente pensato per la città di Ostenda. Vista la maggior bellezza del paesaggio palermitano, trovò compimento nel capoluogo. A eseguire i lavori fu l’impresa di Giovanni Rutelli, figlio del noto scultore Mario Rutelli. Sorse così un edificio resistente all’azione corrosiva dell’acqua e della salsedine. La struttura presenta suggestivi decori con volute, fregi, sculture, vetrate e colori vivaci. È non solo funzionale, ma anche elegante. Rappresenta una delle opere architettoniche in stile Art Nouveau più belle d’Europa. La storia di Mondello, però, non si ferma qui. Procediamo.
Durante la Seconda guerra mondiale, lo stabilimento divenne un quartier generale, prima dei fascisti e dell’esercito tedesco, poi delle forze alleate. Gli Alleati traslocarono la maggior parte del mobilio a Villa Igiea, prestigiosa residenza utilizzata dagli americani. Per mesi furono reclamati 1.693 pezzi di posateria di pregio, tutto il corredo di pentole e casseruole, tovaglie in lino, sedie, sgabelli e poltrone, oltre ai danni riportati da sovraporte, finestre e tavoli. Nel 1995 si svolsero i restauri della struttura, sotto il lavoro dell’ingegnere Umberto Di Cristina con i fondi della Società Italo Belga, riuscendo a riportare tutto all’antico splendore, con i colori dal blu oceano al rosso ruggine. E arriviamo al presente: ecco come.
Mondello borgo marinaro è, ancora oggi, un luogo in cui a tratti il tempo sembra essersi fermato. Raggiungerla in auto da Palermo è davvero facile: basta anche meno di un quarto d’ora. Esistono anche collegamenti in bus. Arrivando dall’aeroporto, inoltre, è davvero semplice, poiché vi è un’apposita uscita dell’autostrada A29. Gli amanti del mare possono passare intere giornate in spiaggia. Ci sono sia lidi attrezzati, a pagamento, che aree libere. Tante le proposte in termini di ristoranti, chioschetti, gelaterie, bar e pasticcerie. C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Anche sulla spiaggia, inoltre, passano tanti venditori ambulanti, con bibite e cibo. Poco distante dalla spiaggia, c’è un punto naturalistico di grande interesse: la riserva di Capo Gallo. Foto: Andrea Calcagno – Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic.