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01Cefalù è un comune siciliano della provincia di Palermo. Collocato ai piedi di un promontorio roccioso, viene considerato uno dei ‘borghi più belli d’Italia’. Fa inoltre parte del Parco delle Madonie ed è un noto centro balneare.

Essa era già conosciuta ai fenici, che la chiamarono Ras Melkart, ma le prime vere testimonianze ritrovate a Cefalù risalgono persino all’Età Preistorica, come confermano le due grotte poste sul lato nord del promontorio e la cinta muraria di età pre-ellenica, visibile ancora oggi insieme al Tempio di Diana, che ospita una cisterna antica, del IX secolo a.C.
Nel 307 a.C, Cefalù venne conquistata dai Siracusani e in seguito dai Romani; la città ebbe uno sviluppo regolare attorno alle mura della città e lungo il principale asse viario.

Nel periodo bizantino, l’abitato si trasferì dalla pianura alla rocca, ed è qui che rimangono ancora tracce dei lavori di fortificazione operati al tempo. Tuttavia, la vecchia città non venne completamente abbandonata, come prova un edificio cristiano con pavimento in mosaico policromo, risalente al VI secolo a.C.
Dopo un lungo assedio, nell’858, Cefalù cadde, conquistata dagli Arabi, che la fecero rientrare sotto l’emirato di Palermo. Con l’arrivo dei Normanni, venne riabitato il centro lungo la costa, e sorsero diversi monumenti, tra cui la Basilica Cattedrale (1131 d.C.), la chiesa di San Giorgio, l’Ostero Magno e il Palazzo Maria.
Nel Quattrocento, fu di predominio di diversi feudatari, tra cui il vescovo di Cefalù; nel XVIII secolo, fu parte del Grand Tour: Goethe arrivò a visitarla insieme alle antiche città di Segesta e Selinunte.

Dal 2 all’8 agosto, a Cefalù si festeggia il SS. Salvatore, a cui è stata dedicata la Basilica Cattedrale; Santo Patrono, insieme all’Immacolata, della città. La leggenda vuole che il Duomo sarebbe sorto in seguito al voto che Ruggero II fece al Santissimo Salvatore, dopo che, scampato a una tempesta, approdò sulle spiagge della cittadina. L’edificio non fu mai completato, ma presenta le caratteristiche ben definite di un edificio-fortezza, tipico delle costruzioni normanne. La navata trasversale della basilica, avrebbe dovuto ospitare le spoglie di Ruggero II, ma Federico II, approfittando dell’assenza del Vescovo di Cefalù, trafugò i sarcofagi in porfido (uno per Ruggero II e l’altro per la moglie), portandoli a Palermo, dove si trovano tutt’oggi.

Nell’ultima giornata dei festeggiamenti dedicati al Santo, si dà il via all’Antinna a mari’ o ‘Ntinna a mari’: una gara che vede giovani e anziani pescatori nel tentativo di conquistare una bandierina colorata attaccata alla punta di un tronco saldamente attaccato alla banchina, e reso scivoloso dal sapone.
Particolarmente viva nella tradizione dei cefaludesi è inoltre ‘a vecchia strina’, una figura di vecchia benefica che si dice dimori sulla rocca. Nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, la vecchia porta doni ai bambini buoni e carbone e cenere a quelli cattivi. La sera della vigilia, i ragazzi più grandi girano per le strade suonando i ‘rinali’ (latte e vasi rotti).

Una curiosità: a Cefalù sono state girate alcune scene di “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, ed è stata set principale de “Il regista di matrimoni”, film del 2006 di Marco Bellocchio.

Autore | Enrica Bartalotta

Credit immagine • Duomo di Cefalù – Foto di Nunzia Fazio