Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

01L’Isola di Lampedusa è la più estesa dell'arcipelago delle Pelagie; fa parte della Provincia di Agrigento ed è sita nel mar Mediterraneo.

Amministrativamente forma, assieme a Linosa, il comune di Lampedusa e Linosa (di cui è la sede municipale), che conta 6.304 abitanti in totale. Con la sua superficie di 20,2 km², Lampedusa si piazza quinta per estensione tra le isole siciliane anche se, geograficamente, appartiene alla placca africana.
Come Pantelleria, Lopadùsa (questo il suo nome in greco), è più vicina alle coste tunisine e di Malta, che non a quelle siciliane, per questo le è stato assegnato il titolo di centro abitato più a Sud d’Italia; il punto più elevato dell'isola è Albero Sole, che raggiunge i 133 metri di altitudine.

Lampedusa e Lampione fanno parte della placca continentale africana, mentre Linosa è di origine vulcanica.
Nata circa 2 milioni di anni fa, nel periodo Terziario, viene definita geologicamente come un Horst, ovvero una porzione rialzata della crosta terrestre, ed è quindi costituita da calcari (scogliera corallina tortoniana, strati di Calca Pisana). Tuttavia il suolo calcareo non è uniforme: in alcuni punti si presenta friabile, in altri compatto e misto a roccia silicea (calscisto) che lo rende molto più duro. Sono presenti inoltre, notevoli strati di pietra arenaria di durezza inferiore alla pietra di calce che, esposta agli agenti atmosferici, diviene porosa e facile allo sbriciolamento; altre aree sono caratterizzate dalla dolomite (carbonato di calcio e magnesio).

Questi strati sono ben visibili specialmente lungo la costa Settentrionale dell'isola (da Capo Ponente a Capo Grecale). Presso gli strati più duri di dolomite si è formato infatti il curioso fenomeno delle falesie, cioè ripide scarpate e ‘mensole’ formatesi dal lancio continuo di sabbie e ciottoli che, scavando nella roccia a livello del mare, scalzano alla base la parete rocciosa che finisce per crollare e trasformarsi in ‘ripa a strapiombo’; risultato di questa erosione sono le numerose grotte che popolano l’area, soprattutto Settentrionale.

Un centinaio di metri prima di aggirare Capo Ponente, venendo da Capo Grecale, si può scorgere un'enorme grotta semicircolare che termina in basso in un'angusta strettoia a pelo d'acqua, tramite cui si può raggiungere, a nuoto, una splendida spiaggetta solitaria di sabbia fina.
Più oltre, verso Capo Ponente, si scopre una profonda ansa dominata, a circa 50 metri sul livello del mare, da due massi di roccia biancastra e compatta, punto di riferimento per i numerosi pescatori, che formano figure, personaggi, anche animali, giganteschi, che si stagliano sul mare; il faraglione dopo Punta di Muro Vecchio, lo Scoglio di Sacramento, la deserta Isola dei Conigli e Punta Sottile, sono alcuni esempi di questa galleria fantastica. Punta Sottile, come una matita, è inoltre il luogo più a Sud d’Italia.

Il suolo dell’isola è caratterizzato anche da terreno pianeggiante composto da fertile humus, adatto alle vegetazioni spontanee e alle coltivazioni.
Partendo dal porticciolo, e procedendo verso Ovest, s’incontra l'insenatura in cui si trova la spiaggia della Guitgia, la cui cala ospita una porzione del porto, oltrepassata questa, il tratto di costa successivo è caratterizzato da punte e cale di interesse morfologico come Cala Croce e Cala Madonna; Cala Greca e Cala Galera.

Dopo un tratto di costa più alta, sulla baia della Tabaccara, si giunge in vista dell'isola dei Conigli, posta a poche decine di metri dalla costa, dove un tempo Domenico Modugno trascorreva le sue vacanze e dove morì, il 6 agosto del 1994. Subito dopo ci si imbatte in cala Pulcino e nel vallone dell'Acqua. Sul versante Settentrionale, caratterizzato da coste alte e frastagliate, troviamo le pareti e le formazioni calcaree di architettura fantasiosa, che si perdono lungo un litorale particolarmente selvaggio.

Altro punto d'interesse dell’isola, sono il faro di capo Grecale e la grande baia del Mare Morto. Da qui, sub appassionati e pescatori, giungono fino a Punta Parrino, attratti dalla fauna ittica locale. Oltre il golfo, sorge Punta Sottile, che si apre in zone come Cala Francese, in fondo alla quale si trova una spiaggia, e poi l’aeroporto.

Tra il 1954 e il 1956, diverse spedizioni scientifiche si sono occupate di catalogare le diverse specie faunistiche che compongono l’area di Lampedusa; La spiaggia dei Conigli, insieme alla sua macchia mediterranea e al tratto costiero e marittimo circostanti, fa parte dell'Area Marina Protetta “Isole Pelagie” istituita il 21 ottobre 2002, in quanto è uno dei pochi siti del Mediterraneo in cui le tartarughe marine Caretta caretta vengono a riprodursi. La flora e la fauna sono simili a quelle nord-africane.

L’isola è costituita da tre ambienti principali dunque: la steppa, che ricopre tutta la parte pianeggiante, la prateria, che occupa i valloni più distanti dall'abitato, e la gariga, diffusa in alcuni valloni e nelle cale del versante Nord.
I cervi furono introdotti qui probabilmente dai principi Tomasi, ma erano già estinti alla fine dell’Ottocento; anche gli allevamenti di capre vennero distrutti, da Sanvisente, intorno al 1847, perché recavano danno alle coltivazioni, in particolare agli innesti di ulivi. Nessuna traccia è rimasta degli altri mammiferi che negli stessi anni sembra popolassero Lampedusa: come il cinghiale, il bue domestico e l'asino. Sono quattro le specie selvatiche di mammiferi presenti oggi presso l’isola: coniglio selvatico, il mustiolo, il pipistrello albolimbato e il topolino delle case.

Nell’area marina circostante, sono regolarmente presenti tre specie di delfino, e sono ancora facilmente avvistabili, nel periodo tra marzo ed aprile, alcuni esemplari di balenottera comune, balenottera minore e capodoglio. Molte sono le specie ittiche, tra cui l'aragosta, la cernia, la murena, il pesce pappagallo e, più a largo, il pesce spada e il tonno.
Ricca è l’avifauna, tra cui svetta il falco della regina. Altre specie nidificanti comprendono esemplari che si trovano anche nell’entroterra siciliano: come la berta maggiore, la berta minore, il gheppio, il falco pellegrino, il piccione selvatico, la calandrella, e il marangone dal ciuffo. Nutrita è inoltre la colonia del gabbiano reale, che nel mese di aprile depone sull'isola dei Conigli.
Tra i rettili d’interesse, è necessario citare la presenza regolare, della tartaruga Caretta caretta, che ha scelto la spiaggia dei Coniugli come luogo per la deposizione delle sue uova; ma anche la testuggine comune. A Lampedusa sono inoltre presenti quattro specie di Sauri, tra cui la lucertola striata comune (presente solo sull’isola dei Conigli) e il geco comune. Due le specie di serpenti, ambedue di origine nordafricana: il colubro dal cappuccio e il colubro lacertino.

Lampedusa è stata luogo di sosta per Fenici, Greci, Romani e Arabi, che hanno lasciato tracce ben visibili del loro passaggio. I Romani impiantarono a Lampedusa uno stabilimento per la lavorazione del pesce e per la produzione del garum, una salsa di pesce molto diffusa in epoca imperiale. Gli Arabi la utilizzarono come approdo per le loro scorribande piratesche, e anche molto tempo dopo la loro cacciata ufficiale dalla Sicilia. In località cala Creta è visibile un tipico ‘dammuso’.
Successivamente, e per un lungo periodo, l'isola rimase disabitata. Nel 1630, Giulio Tomasi fu insignito dal re di Spagna del titolo nobiliare di Principe di Lampedusa e Linosa. Nel 1760, l’isola fu colonizzata da sei francesi seguiti, dopo sedici anni, da un nucleo familiare maltese. Anche i Russi, con il principe Grigori Alexandrovich Potemkin, tentarono l'acquisto dell'Isola, per potervi insediare, sul suo territorio, una colonia di sudditi della zarina. Un secolo dopo, la famiglia Tomasi chiese ai Borbone un finanziamento atto a sostenere le opere necessarie al ripopolamento di Lampedusa e Linosa. Nel corso dell’Ottocento, i Tomasi cedettero le Pelagie a Ferdinando II di Borbone, presso cui il sovrano riuscì ad insediare circa 150 abitanti di Pantelleria.

Nel 1861, gli isolani divennero sudditi del Regno d'Italia e nel 1872, venne impiantata una colonia penale, soppressa nel secolo successivo. Durante il decennio antecedente alla Seconda Guerra Mondiale, l'isola fu fortificata e dotata di numerose batterie navali e antiaeree, data la sua importante posizione strategica al centro del Mediterraneo. Il Regio Esercito presidiò l'isola per diversi anni anche durante il Conflitto, fino al 1943, quando, durante l'Operazione Corkscrew, gli Alleati attaccarono e occuparono l'isola.

Negli anni Sessanta, Lampedusa fu collegata alla terraferma dalla linea telefonica, e vi fu costruita una centrale elettrica e un aeroporto civile. Nella parte occidentale dell'isola è presente un’installazione militare italiana (ex base NATO), sede di uno dei trasmettitori del sistema di radionavigazione LORAN, ideati a supporto della navigazione nel Mediterraneo. La stazione trasmittente, divenuta operativa nel 1972 e oggi inattiva, era composta da una antenna alta ben 190,5 metri.
Il 15 aprile 1986, le forze armate libiche del colonnello Gheddafi lanciarono due missili SCUD, che finirono ad appena 2 km dalle coste lampedusane.

Per la sua posizione, l'isola è divenuta una delle principali mete delle rotte dei migranti che dall’Africa vogliano arrivare in Italia e nel resto d’Europa. All’ordine del giorno sono, specialmente d’estate, i numerosi naufragi dei ‘barconi’, con conseguenti salvataggi di fortuna da parte della Marina Militare e della Guardia Costiera, ma numerosi sono anche i morti e i dispersi. È stato così costruito sull’isola, un centro di accoglienza temporanea, gestito dal Ministero dell'Interno, per l'identificazione dei migranti e il loro trasferimento. Il 28 giugno 2008 è stata inaugurata “Porta di Lampedusa – Porta d'Europa”, un opera d'arte di Mimmo Paladino dedicata agli emigranti morti e dispersi in mare. L'8 luglio 2013, Papa Francesco ha scelto Lampedusa per il suo primo viaggio apostolico, che fu incentrato sul tema dell'accoglienza.

Autore | Enrica Bartalotta