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Foto di Rita AmicoIl Castello di Mussomeli, venne realizzato tra il XIV e il XV secolo. Si trova su una rupe, a due chilometri a est di Mussomeli (in provincia di Caltanissetta).

Viene anche definito manfredonico, visto che fu voluto da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica.
Le tracce architettoniche più antiche però, appartengono all’epoca sveva: tra queste, la cappella, posta nel recinto interno. Gli ultimi rimaneggiamenti si devono soprattutto all'intervento operato all'inizio del XV secolo dai Castellar, signori di Mussomeli: come ad esempio la cinta muraria più interna, in uno stato conservativo migliore rispetto a quella più a valle.

Il Castello è situato su una rocca, a 80 metri di altitudine. Di fronte all’ingresso, dopo il ponte levatoio, si notano i ruderi di una grande stalla, e ai due lati del portale d’ingresso, i due stemmi. Oltre alla cappella, nel recinto interno prende rilievo la cosiddetta ‘Sala dei Baroni’ (o ‘Sala del Trono’), chiamata così per via della famosa riunione indetta da Manfredi nel 1391, allo scopo di resistere agli Aragonesi. Sulla corte affacciano i portali in stile chiaramontano. Da notare anche la ‘Sala del Camino’, con grande camino incavato nel muro, e la ‘Sala da pranzo’ con elementi gotici. La ‘camera da letto’ del Conte è invece caratterizzata da doppia volta a crociera. Da ricordare anche l'Armeria, o ‘camera della morte’, con botole e prigioni scavate nella roccia, e la ‘Stanza delle Tre Donne’, con curiosa pianta triangolare, e il carcere feudale. All'esterno campeggiano il ricovero del corpo di guardia e la cappella, con intonacato d’epoca barocca, dedicata a san Giorgio prima, e alla Madonna della Catena poi.

Nel 1391, la rocca entrò in possesso di Andrea Chiaramonte. Successivamente passerà ai Moncada e più tardi ai Lanza. Cesare Lanza, acquisirà il rango di primo conte di Mussomeli, nel 1564. Suo figlio Ottavio, nei primi anni del Seicento, abbandonò il maniero per adibirlo a carcere.
Il Castello venne lasciato all’incuria e alle intemperie, fino al restauro del 1911, a cura dell’architetto Ernesto Arnò. Un altro, importante restauro lo ha visto protagonista recentemente, e ha comportato un investimento di circa 2,2 milioni di euro.

Il Castello manfredonico acquistò rinomanza anche fuori della Sicilia, tanto che anche Guglielmo II, Kaiser di Germania, volle visitarlo. Era noto per le numerose storie e leggende che riguardano le sue mura; prima fra tutte quella legata all’episodio delle tre donne murate vive. La vicenda ebbe come protagonista Laura Lanza, figlia di Cesare e baronessa di Carini, morta nel 1563. La tragica morte è attestata in un documento conservato nel paese omonimo, in provincia di Palermo. Un’altra leggenda riguarda lo spagnolo don Guiscardo de la Portes, al servizio del re Martino I di Sicilia, nel 1392. Don Guiscardo morì durante un combattimento contro Andrea Chiaramonte, e si suppone occupi, come fantasma, le stanze del fortilizio.

Autore | Enrica Bartalotta

Foto di Rita Amico